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Cambiare l’acqua ai fiori di Valérie Perrin

Cambiare l’acqua ai fiori è uno di quei libri che mi ha lasciato senza parole. Per me è uno di quei libri di cui vorresti parlare al mondo intero, ma hai paura che facendolo il mondo possa leggerti dentro.
Credo ci siano dei libri scritti appositamente per noi, anche se noi non lo sappiamo, per questo riusciranno a finire tra le nostre mani. Anche se noi facciamo di tutto per starci lontano.

Io Cambiare l’acqua ai fiori non volevo leggerlo. Quando troppe persone parlano di un libro nello stesso momento a me passa completamente la voglia di leggerlo quel libro. Mi passa la voglia perché il 99% delle volte quel libro non mi piacerà per niente e per me sarà solo tempo sprecato.
Per questo motivo il libro di Valérie Perrin è uscito dalla mia lista desideri più velocemente di come ci sia entrato.

Ma, come vi ho detto, un libro che devi leggere prima o poi troverà il modo di finire nelle tue mani. Ed io l’ho trovato in una libreria dell’usato ad un prezzo davvero stracciato.
Il primo pensiero è stato “Lo compro, lo provo e se non mi piace lo regalo su Chiacchiere Letterarie”. Ragionamento che fila, giusto?
Peccato che poi non sia andata così. L’ho aperto, ho iniziato a leggere e sono arrivata a pagina 11:

Ma siccome l’infelicità non mi era mai piaciuta ho deciso che non sarebbe durata. La sfortuna deve pur finire, prima o poi.

A quel punto ho chiuso il libro e ho pianto.
Sono riuscita a buttare fuori ancora qualche goccia del dolore che mi porto dietro da un po’ e il libro ha fatto il resto. Colmando quello spazio rimasto vuoto di acqua fresca e luce.

Recensione… se così vogliamo chiamarla

Il romanzo è stato un’altalena di emozioni, tristezza, serenità, rabbia, calma e pace. Era impossibile staccarsi dalle pagine perché troppe storie si intrecciavano, alla fine di un capitolo non sapevo mai quali personaggi avrei trovato in quello successivo. Se un segreto sembrava svelarsi in realtà era solo per dare un indizio su qualcosa di ancora più grande.

Cambiare l’acqua ai fiori
Valérie Perrin

Prima di iniziare a leggere pensavo che il paragone tra Violette e Renée (protagonista de L’eleganza del riccio) fosse un’esagerazione per vendere più copie. Per me nessuno dovrebbe permettersi di nominare L’eleganza del riccio invano. Probabilmente, se mi avesse deluso come immaginavo, sarebbe stato oggetto di una delle mie poche recensioni negative (in genere non mi va di perdere tempo a parlare dei libri che non mi sono piaciuti, se non per valide e motivate ragioni).
Ed invece… mi trovo d’accordo. I punti in comune tra Violette e Renée sono davvero tanti e mi sono anche trovata a pensare ad un’ipotetica chiacchierata tra loro. Due raggi di sole che scelgono di coprirsi con i colori dell’inverno.

Cambiare l’acqua ai fiori è quel genere di libro che non si mette in pausa quando lo chiudi e non finisce con l’ultima pagina. È uno di quei libri che, letto al momento giusto, ti resta in testa per anni, rimanendo un metro di paragone per tanti altri libri che cercano di trattare le stesse tematiche.

Ho cercato in lungo ed in largo un risvolto negativo (perché sono una puntigliosa rompiscatole). Ma l’unico che mi viene in mente è un punto debole che hanno tutti i libri (e che quindi non è un vero e proprio punto debole): la forza di questo romanzo dipende molto dal mood con il quale lo si legge.
In un libro come questo, che basa la sua narrazione su un unico personaggio è normale apprezzare la storia in maniera diversa a seconda, anche, del legame empatico che si crea con la protagonista.

È un lusso essere proprietari del proprio tempo, lo ritengo uno dei più grandi lussi che l’essere umano possa concedersi.

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Trama

Violette Toussaint è guardiana di un cimitero di una cittadina della Borgogna. Ricorda un po’ Renée, la protagonista dell’Eleganza del riccio, perché come lei nasconde dietro un’apparenza sciatta una grande personalità e una vita piena di misteri. Durante le visite ai loro cari, tante persone vengono a trovare nella sua casetta questa bella donna, solare, dal cuore grande, che ha sempre una parola gentile per tutti, è sempre pronta a offrire un caffè caldo o un cordiale.

Un giorno un poliziotto arrivato da Marsiglia si presenta con una strana richiesta: sua madre, recentemente scomparsa, ha espresso la volontà di essere sepolta in quel lontano paesino nella tomba di uno sconosciuto signore del posto. Da quel momento le cose prendono una piega inattesa, emergono legami fino allora taciuti tra vivi e morti e certe anime, che parevano nere, si rivelano luminose. Attraverso incontri, racconti, flashback, diari e corrispondenze, la storia personale di Violette si intreccia con mille altre storie personali in un caleidoscopio di esistenze che vanno dal drammatico al comico, dall’ordinario all’eccentrico, dal grigio a tutti i colori dell’arcobaleno.

La vita di Violette non è certo stata una passeggiata, è stata anzi un percorso irto di difficoltà e contrassegnato da tragedie, eppure nel suo modo di approcciare le cose quel che prevale sempre è l’ottimismo e la meraviglia che si prova guardando un fiore o una semplice goccia di rugiada su un filo d’erba.

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Valentina
Lettrice onnivora, educatrice, mamma.
Dei libri amo la capacità di mostrare la complessità del mondo che ci circonda, forse per questo tra i miei generi preferiti rientrano fantascienza, fantapolitica, fiabe tradizionali e saggistica.

7 thoughts on “Cambiare l’acqua ai fiori di Valérie Perrin

  1. Ho appena finito questo libro meraviglioso e letto la tua recensione. Praticamente è come se l’avessi scritta io!! Non volevo saperne di questo romanzo tanto osannato, non leggo mai i best seller. Poi qualcuno me lo ha prestato mettendomelo in mano. È lui che ha trovato me! Ho cominciato e non ho più smesso di leggerlo. Mi ha fatto ridere e piangere. Mi ha affascinato perché la mia tristezza di questo periodo si è amalgamata con quella di Violette. Personaggi ricchi e umani. Non scade mai, non delude fino alla fine. Quello che mi piace in un bel libro. L’ho ricominciato dall’inizio!

  2. Una voce fuori dal coro rispetto alla consueta e pura enfasi. Ho trovato un romanzo strutturato benissimo (punto molto positivo), sebbene non facile da seguire nei continui salti temporali.
    Ma ciò che mi ha lasciato perplesso è il modo con cui sono state trattate alcune tematiche fortissime. Amore, figliolanza, abbandono, dolore, morte. Sono argomenti che spesso Valerie Perrin descrive come reazione e non come misura interiore dell’umano. C’è chi scappa, chi si rifugia, chi si annienta. Qualcuno tenta di (sopra)vivere appieno la drammaticità in atto, senza riuscirci fino in fondo.
    E’ da valutare bene a chi suggerirne la lettura.

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