Narrativa Contemporanea, Recensioni

Basta un caffè per essere felici di Toshikazu Kawaguchi

Alcune volte basta davvero solo un caffè per essere felici. Soprattutto se il caffè è quello di una piccola caffetteria giapponese capace di farci tornare indietro nel tempo. Non pensate però che, siccome si parla di viaggi nel tempo, il libro sia incentrato sulla magia o sulla fantascienza. Il fulcro di questo romanzo sono le relazioni umane, quei legami importanti che troppo spesso ci dimentichiamo di valorizzare. 

La struttura del libro è la stessa di Finché il caffè è caldo, pochi racconti, con in comune solo la caffetteria e la sua storia. Ma ogni racconto narra storie slegate dalle altre. Rispetto al primo volume, questa volta Toshikazu Kawaguchi ha scelto di approfondire anche la figura del fantasma che occupa la sedia attraverso la quale viaggiare nel tempo.

Trama

In questo secondo volume troviamo ancora Kazu e Nagare a gestire il piccolo caffè che permette di viaggiare nel tempo. Sono passati sei anni dalla nascita di Miki Tokita, la figlia di Nagare e Kei, che non vede l’ora di poter versare il suo primo caffè capace di far viaggiare nel tempo.
I quattro capitoli che compongono questo libro sono:

Basta un caffè per essere felici di Toshikazu Kawaguchi
  • I due amici
  • Madre e figlio
  • Gli innamorati
  • Marito e moglie

Sono praticamente gli stessi temi del primo, dove i titoli erano: 

  • Gli innamorati
  • Marito e moglie
  • Le due sorelle
  • Madre e figlia

Le storie però sono completamente diverse, come se già da qui si volesse sottolineare l’enorme differenza tra persone e relazioni, anche se queste vengono identificate con gli stessi termini. Diversamente del primo libro le quattro storie sono anche legate maggiormente tra di loro, ognuna di esse ci porta a scoprire qualcosa in più sul passato del caffè.

“Quando la gente si perde nelle proprie preoccupazioni, rischia di non vedere i sentimenti delle persone più care.” 

Basta un caffè per essere felici di Toshikazu Kawaguchi, pag. 116

Quattro chiacchiere su Basta un caffè per essere felici

Come detto, in questo secondo volume l’autore cerca di approfondire meglio la figura del fantasma che occupa il posto che permette di viaggiare nel tempo. La storia è interessante e aiuta anche a comprendere meglio il carattere di Kazu. La scelta di svelare questi retroscena poco per volta, andando avanti con il susseguirsi delle storie a permesso di intrecciare le storie meglio rispetto a Finché il caffè è caldo.

Scoprire la realtà del fantasma lascia però un po’ l’amaro in bocca, quello delle cose dette ma solo per metà. Se chiudendo il primo libro mi ero sentita completa, perché ogni storia si concludeva in se stessa, non ho sentito la stessa pace concludendo questo volume. Se pensavo che il primo potesse essere un volume autoconclusivo, finendo questo secondo spero vivamente di poter leggere un seguito che risponda alle mie domande.

Questo è dovuto al fatto che inizialmente non mi ero interessata particolarmente al meccanismo del viaggio nel tempo. Avevo preso semplicemente come assioma il fatto che le donne della famiglia Tokita avessero il potere di viaggiare nel tempo. Ma Basta un caffè per essere felici invece ha spalancato il vaso di Pandora della mia curiosità. Ed ecco che le storie narrate hanno smesso di essere il centro del romanzo, sono stata catturata dal “come” dei viaggi nel tempo.

Solo che questo funzionamento non viene mai spiegato esattamente. Qualcosa in più sulla famiglia Tokita viene detto, ma rimane sempre fumoso e di sfondo rispetto alle altre storie. Insomma, non so se sono io che mi sono concentrata sul focus sbagliato o se effettivamente l’intento dell’autore fosse proprio di stimolare questa curiosità. La mia speranza è quella di ritrovare tutte le spiegazioni in un ulteriore volume. In questo momento ho talmente tante domande in testa che non riesco a pensare a nient’altro. 

In conclusione

Se avete amato Finché il caffè è caldo, preparatevi ad immergervi in una storia simile, ma al contempo capace di darvi sensazioni completamente nuove. Si perde un po’ di poesia per guadagnare però curiosità sul mondo creato dall’autore e sulla famiglia protagonista. Le storie che girano intorno al caffè continuano a far riflettere sull’importanza di dedicare il nostro tempo a chi amiamo, perché non sappiamo mai quanto tempo ci rimane da dedicargli. 

Avevo paura di scontrarmi con una trama ripetitiva, in cui i concetti erano sempre gli stessi ma riproposti in una nuova salsa, invece mi sono trovata davanti ad un libro capace di darmi emozioni completamente nuove. 

Ora spero solo che ci sia davvero il seguito, perché io ho bisogno di capire il perché di certe cose e magari anche scoprire come è iniziato tutto! 

separatore

Un grazie va infine alla Garzanti per la copia digitale di questo libro.

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Valentina
Lettrice onnivora, educatrice, mamma.
Dei libri amo la capacità di mostrare la complessità del mondo che ci circonda, forse per questo tra i miei generi preferiti rientrano fantascienza, fantapolitica, fiabe tradizionali e saggistica.

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