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Buon giorno, cari lettori.
È con immenso piacere che apro questa giornata con la seconda tappa di un Blog Tour davvero speciale.
Oggi celebriamo infatti l’arrivo nelle librerie italiane di un romanzo fantascientifico/fantasy davvero particolare, forse una delle più originali letture che il genere ha avuto da offrire negli ultimi anni.

Come avrete senz’altro letto dal titolo del post, il libro protagonista di questo evento si chiama La Quinta Stagione e nasce dalla superba penna di Nora Jemisin, scrittrice afroamericana già vincitrice di ben tre premi Hugo (tutti e tre per la trilogia di cui fa parte questa nuova uscita.)
Primo volume della saga de La Terra spezzata, infatti, La Quinta Stagione ha già strabiliato i lettori di mezzo mondo, e ora arriva anche in Italia per raccontare con fascino e maestria un universo parallelo al nostro e pervaso da una potente e affascinante magia.

Ed è proprio di magia che parliamo in questo secondo appuntamento del Blog Tour, mentre tra qualche ora, sempre su questi lidi, avremo anche modo di approfondire più nel dettaglio perché dobbiate assolutamente recuperare La Quinta Stagione.

Piccola postilla prima di cominciare questa tappa: se vi siete persi l’episodio precedente del Blog Tour potete facilmente recuperarlo dal blog The Mad Otter, mentre per tutti quelli successivi trovate i riferimenti in fondo all’articolo.

Ma ora bando alle ciance e cominciamo.

La Quinta Stagione ci porta nell’Immoto, una terra fragile e continuamente percorsa da catastrofi naturali; vulcani, terremoti e tsunami sono materia che gli abitanti di queste terre hanno ormai imparato a conoscere e a sopportare, così come l’arrivo periodico e implacabile delle Quinte Stagioni: cicli in cui i cataclismi raggiungono livelli invivibili per qualunque essere umano, e durante i quali l’intera razza si trincera con l’obbiettivo unico di sopravvivere.

È in questa terra instabile e potente che nascono e vivono gli Orogeni: esseri umani capaci di estendere la propria volontà attraverso gli strati della terra, giù fino a toccare il cuore magmatico stesso, per poi estrarla ed esercitarla su ciò che li circonda.
Potenti, pericolosi e imprevedibili quanto la terra stessa che li ha generati, gli Orogeni attingono energia cinetica dal movimento molecolare della materia e sono in grado di convertire e piegare questa energia al loro volere. Il loro potere rallenta il movimento, paralizza la vita ed è in grado di placare un terremoto o, in certi casi, persino di scatenarlo, ridirigendo l’energia incamerata verso una faglia aperta a un vulcano nascente.

Per questo, per la loro forza ingestibile e la loro pericolosità, gli Orogeni sono da sempre cacciati, catturati e costretti a un addestramento implacabile, atto a piegare il loro potere agli interessi dell’impero che governa l’Immoto. Strumenti e non esseri umani, gli Orogeni sono conosciuti da tutti come Rogga e disprezzati dagli Immoti, gli esseri umani che non hanno potere e che lo temono dal profondo.
Gli unici che non si fanno spaventare dal potere orogeno, e che anzi sono proprio gli artefici del suo controllo, sono i Custodi: creature misteriose capaci di annullare l’orogenia, e di piegare dunque i suoi possessori a un muto servilismo.

Tra Orogeni e Custodi vige un legame antico e profondo, sfaccettato quanto è sfaccettata l’orogenia stessa. Misterioso com’è misteriosa l’origine delle Quinte Stagioni, questo legame è uno dei punti cardine che a poco a poco la Jemisin snoda all’interno di questo primo volume della trilogia.
Ed è incredibilmente affascinante notare come la magia sia, in questo come in molti altri fantasy d’altro canto, il motore stesso dell’azione: è l’orogenia a guidare i passi dei protagonisti del racconto, ed è l’azione dei Custodi per limitarla a far prendere agli eventi ogni piega inaspettata.

Ma l’Immoto non ha spazio solo per Orogeni e Custodi.
Misteriosi obelischi, creature antiche e retaggi di civiltà ormai dimenticate sono solo alcuni degli elementi che le tre protagoniste di questa storia, Essun, Damaya e Syenite, sono destinate a incontrare lungo il loro cammino.

La Quinta Stagione è un viaggio all’interno di un mondo del tutto nuovo in cui vigono regole fisiche e magiche a noi sconosciute, ma trattate con tanta e tale cura da diventare ben presto familiari.
Un viaggio nella magia e nei segreti della Terra stessa, destinato a travolgervi prima ancora che ve ne rendiate conto.

Ancora dubbiosi?
Date un’occhiata alle altre tappe del BlogTour. Sono sicura che, una dopo l’altra, riusciremo a instillare in voi una curiosità sempre più implacabile per questo nuovo mondo letterario.

Le trovate tutte riassunte qui, insieme alle tappe del Review Party che si sviluppa in parallelo oggi stesso.

Io intanto vi lascio qui sotto tutti i rimandi al romanzo nel caso vogliate dargli un’occhiata (e se deciderete di acquistarlo attraverso il nostro link, contribuirete al tempo stesso a far prosperare questo blog) e ne approfitto per invitarvi a seguire con noi questo evento, alla scoperta dell’opera di Nora Jemisin.

Trama:
E iniziata la stagione della fine. Con un’enorme frattura che percorre l’Immoto, l’unico continente del pianeta, da parte a parte, una faglia che sputa tanta cenere da oscurare il cielo per anni. O secoli. Comincia con la morte, con un figlio assassinato e una figlia scomparsa. Comincia con il tradimento e con ferite a lungo sopite che tornano a pulsare. L’Immoto è da sempre abituato alle catastrofi, alle terribili Quinte Stagioni che ne sconquassano periodicamente le viscere provocando sismi e sconvolgimenti climatici. Quelle Stagioni che gli orogeni sono in grado di prevedere, controllare, provocare. Per questo sono temuti e odiati più della lunga e fredda notte; per questo vengono perseguitati, nascosti, uccisi; o, se sono fortunati, sono presi fin da piccoli e messi sotto la tutela di un Custode, nel Fulcro, e costretti a usare il loro potere per il bene del mondo. E in questa terra spezzata che si trovano a vivere Damaya, Essun e Syenite, tre orogene legate da un unico destino.

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Autore

denyaurora@gmail.com

Sono un’appassionata di scrittura e comunicazione digitale, studio Informatica Umanistica e lavoro alla Casa della donna di Pisa. Nella vita cerco di conciliare i diversi aspetti di me: la femminista, la letterata e l’informatica. Non sempre vanno d’accordo, ma per fortuna sono caparbia e continuo a insistere.

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