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Guida al trattamento dei vampiri per casalinghe: recensione

Ci sono diversi motivi per i quali ho adorato Guida al trattamento dei vampiri per casalinghe di Grady Hendrix. La principale è che, come tutti i miei libri preferiti, ha diversi livelli di lettura. Si può scegliere di leggerlo come un crime adatto alle calde giornate sotto l’ombrellone, oppure soffermarsi sui diversi temi che vengono tirati in ballo.
Da un horror non mi aspettavo niente di meno.

Purtroppo per voi questo genere di libri è anche quello che mi stimola maggiormente. Mettetevi comodi e preparatevi uno spuntino, perché sarà un articolo piuttosto lungo

A volte, bramava un po’ di pericolo. Ed era per questo che aveva un club del libro.

Pag. 33

Trama:

Guida al trattamento dei vampiri per casalinghe di Grady Hendrix

(Da Amazon)
Difficile la vita di Patricia Campbell: il marito è troppo impegnato col lavoro, i figli con le loro vicende, l’anziana suocera ha bisogno di cure costanti per cui Patricia è sempre in ritardo nel suo infinito elenco di faccende domestiche. La sua unica oasi felice è un gruppo di lettura, formato da donne unite dal comune amore per il true crime. Nei loro incontri, invece che di matrimoni, maternità e pettegolezzi, si parla della famiglia Manson.

Ma un giorno James Harris, bello e misterioso, viene a vivere nello stesso quartiere di Charleston e si unisce al gruppo. James è un uomo sensibile, colto e fa sentire a Patricia cose che non provava da anni. Eppure c’è qualcosa di strano in lui: non ha un conto in banca, non esce durante il giorno e la suocera di Patricia sostiene di averlo conosciuto da ragazza.

Quando i bambini di colore cominciano a scomparire senza che la polizia faccia nulla, in Patricia e nelle amiche si fa strada il sospetto che James sia un serial killer, ma nessuno al di fuori del gruppo ci crede.

Sono loro ad aver letto troppi libri di true crime o quello che si aggira nelle loro case è un mostro vero?

Quattro chiacchiere su Guida al trattamento dei vampiri per casalinghe

Alcune persone usano la letteratura per comprendere la propria vita.

Pag. 33

Il titolo di questo romanzo può forse fuorviare, facendo pensare ad una storiella horror da portare sotto l’ombrellone. Dopotutto, come può essere serio un libro che ha come protagoniste delle casalinghe?
Grady Hendrix parte proprio da questo stereotipo di donna capace solo di badare alla casa e ai figli (come se fosse poco!), per ribaltare la situazione e mostrare quale possa essere realmente la forza di queste donne.

Per tutto il libro subiamo la frustrazione di vedere Patricia, la protagonista del romanzo, trattata come una pazza, nonostante sia palese che qualcosa non va. È solo una casalinga che legge troppi libri e l’accusato un uomo troppo ricco. Tra i due non può esserci competizione.

Ho apprezzato molto come l’autore abbia scelto di modernizzare la figura del vampiro, dopo Lasciami entrare non avevo mai trovato un’altra rappresentazione adeguata di queste figure riportate ai giorni nostri scritta così bene.

Non ho apprezzato, invece, la prolissità del romanzo, tra l’inizio e la fine ci sono troppe pagine con poca sostanza e troppi fronzoli. Pagine che servono più che altro a rimarcare un concetto ben chiaro sin dall’inizio: l’opinione delle donne importa poco e delle minoranze importa ancora meno.
Mi rendo conto che se avessi saltato a pie pari buona parte dei capitoli centrali la mia opinione e le mie riflessioni sarebbero le stesse.

Tra critica sociale e narrazione

«D’altro canto, mi sono  trasferito qui  perché siete  tutti così stupidi» continuò lui. «Vi fidate di qualcuno purché sia bianco e abbia i soldi»

Pag. 398

Per completare questa citazione aggiungerei solo “purché sia uomo, bianco e abbia i soldi”.

Trovare le parole per esprimere quello che mi ha lasciato questo romanzo è molto difficile. È difficile riuscire a spiegare la rabbia e la frustrazione del non sentirsi mai presi sul serio a persone che non hanno mai vissuto la stessa situazione. Credo che la funzione della prolissità fosse proprio quella, cercare di far capire come ci si può sentire a far parte delle fasce socialmente deboli.

Questa forte critica sociale si è rivelata punto forte e contemporaneamente punto debole del romanzo allo stesso tempo. È un punto forte in quanto crea un forte legame con l’attualità, il romanzo diventa così la base per discutere sia sulla questione minoranze che sulle questioni di genere.

Allo stesso tempo, però, si perde di vista l’importanza della narrazione in sé. Se per quanto riguarda le umiliazioni e la frustrazione subita da Patricia abbiamo una quantità enorme di pagine e ben poco resta per tutto il resto. Per questo il resto di personaggi resta fumoso e piatto e la narrazione, escludendo inizio e fine, un po’ noiosa.

In conclusione

In ogni caso resta un libro che mi sento di consigliarvi. Nonostante i suoi punti deboli resta comunque una storia interessante, che può essere un bel punto di partenza per molte discussioni.

A questo punto sarei davvero curiosa di leggere anche la sua prima opera My Best Friend’s Exorcism. Purtroppo però non sono riuscita a trovarla tradotta in italiano e il mio inglese non mi permette di affrontarla in lingua originale.

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Il libro rientra nelle seguenti categorie della Book Challenge 2020:
10 – 12 – 18 – 26 – 48 –

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Valentina
Lettrice onnivora, educatrice, mamma.
Dei libri amo la capacità di mostrare la complessità del mondo che ci circonda, forse per questo tra i miei generi preferiti rientrano fantascienza, fantapolitica, fiabe tradizionali e saggistica.

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