Narrativa Contemporanea, Recensioni

Le streghe non se ne sono mai andate

Titolo: Le streghe di Lenzavacche
Autore: Simona Lo Iacono
Traduttore/Curartore:
CE: E/O

Chi sono le streghe?

Per quanto non manchino, in questo romanzo, degli elementi che distorcono un po’ la realtà intorno alle streghe, la loro più grave colpa resta sempre e comunque quella di non allinearsi alle scelte dello status quo. La strega è una donna sovversiva e pericolosa, perché mette in discussione ciò che la società richiede e pretende dalle donne stesse. Non per niente secondo alcuni medievalisti (penso in particolare a George Duby) per l’inizio della caccia alle streghe non fu di secondaria importanza l’intolleranza nei confronti delle donne che si rifiutavano di sottostare al patriarcato.

Se le colpe delle streghe antenate di Rosalba erano più legate a questioni di figli illegittimi, disubbidienza familiare e quindi scelta di fuggire di casa, la colpa della protagonista è solo quella di mettere al mondo un figlio non solo fuori dal matrimonio, ma anche quella di non vergognarsi di quel figlio nato “mostro”. E cosa c’è di più sovversivo dello sfidare le paure e i pregiudizi della gente? Sopratutto in un periodo in cui la disabilità era cosa da tenere segregata in cantina, perché rischiava di sporcare l’idea di una razza pura e forte come quella italiana.

Il libro è infatti ambientato intorno al 1938 e, per quanto durante il fascismo non fossero state promulgate, come nel nazismo, delle vere e proprie leggi contro i disabili, questo non vuol dire che fossero accettati. L’idea fascista era quella di riuscire ad incrementare le nascite, per poter formare dei soldati forti, degni di rappresentare l’Italia in tutto il suo splendore, per questo motivo la disabilità era un errore di percorso che non veniva neanche presa in considerazione, non venivano mandati nei campi di concentramento, ma neanche gli veniva permesso di vivere al fianco di tutti gli altri bambini.

Il libro in ogni sua pagina riesce a immergere in un’ambientazione che sembra tanto lontana ma che purtroppo, anche senza sforzarci tanto, è ben visibile anche ai giorni nostri. In cosa è cambiato il rapporto con la disabilità tra ieri e oggi? Forse c’è meno paura, ma i casi di bullismo nei confronti di chi non può difendersi esistono. La paura del diverso, soprattutto tra chi reputa una vergogna o una punizione avere in famiglia una persona disabile, o l’arroganza di chi reputa la normalità una forza di cui potersi vantare e di cui poter approfittare non rendono la vita meno difficile rispetto a quegli anni.

Stiamo parlando certamente di periodi storici molto diversi, eppure anche oggi. lo stesso Stato che in primo luogo dovrebbe occuparsi dei suoi cittadini, mette spesso e volentieri in secondo piano le esigenze di riduzione ed eliminazione delle barriere architettoniche e di sostegno alle famiglie che hanno bisogno di aiuto. Certi fattori passano alla maggioranza come problematiche di second’ordine, quegli argomenti per cui è semplice tirare fuori il must “I problemi sono ben’altri!”.
Almeno tra cittadini ci si potrebbe dare sostegno a vicenda, rispettare i parcheggi, dare una mano quando è possibile, organizzare piccole rampe per i negozi con i gradini all’ingresso.
Ma pensare che si possa agire in prima persona probabilmente costa troppa fatica e ancora troppo spesso è più vantaggioso pensare che sono gli altri a non fare niente piuttosto che indagare sulle nostre colpe, soprattutto se si ha la possibilità di scaricarsi la coscienza attraverso una condivisione o un cuore su facebook.

A fine lettura vi consiglierei anche di ascoltare l’intervista all’autrice, è molto interessante scoprire, dalle parole stesse di Simona, alcune particolarità che hanno permesso la nascita di questo romanzo. C’è un fondo di verità in ogni buona storia e in questo caso la verità che si nasconde tra queste pagine, non solo è molto curiosa, ma credo che potrebbe dare adito a ulteriori riflessioni, sulle quali però non mi dilungherò perché preferisco sempre non fare spoiler, per quanto piccoli.

Voi cosa ne pensate di questo libro? Vi aspetto nei commenti per farci due chiacchiere assieme!


Trama:

Le streghe di Lenzavacche vennero chiamate nel 1600 in Sicilia un gruppo di mogli abbandonate, spose gravide, figlie reiette o semplicemente sfuggite a situazioni di emarginazione, che si riunirono in una casa ai margini dell’ abitato e iniziarono a condividere una vera esperienza comunitaria e anche letteraria. Furono però fraintese, bollate come folli, viste come corruttrici e istigatrici del demonio. Secoli dopo, durante il fascismo, una strana famiglia composta dal piccolo Felice, sua madre Rosalba e la nonna Tilde rivendica una misteriosa discendenza da quelle streghe perseguitate. Assieme al giovane maestro Mancuso si batteranno contro l’oscurantismo fascista per far valere i diritti di Felice, bambino sfortunato e vivacissimo.

 

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Valentina
Lettrice onnivora, educatrice, mamma.
Dei libri amo la capacità di mostrare la complessità del mondo che ci circonda, forse per questo tra i miei generi preferiti rientrano fantascienza, fantapolitica, fiabe tradizionali e saggistica.

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