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Raccontami ancora di noi- Ma le vere donne dove sono finite?

Raccontami ancora di noiMa le vere donne dove sono finite?


Approfitto di una delle ultime letture di febbraio per introdurre un argomento che mi sta particolarmente a cuore. Ho finito da pochissimo il libro Raccontami ancora di noi di Giulia Besa, edito Sperling & Kupfer, una storia d'amore tra una lettrice e il suo ricco e misterioso scrittore preferito e mi ha lasciato un senso di amaro in bocca difficile da sopportare. Il libro in se' in realtà non è neanche troppo male, una lettura molto leggera e scorrevole per passare un po' di tempo immersi in una storia d'amore; quello che però stona è la scelta, sempre più frequente dei personaggi principali: lui, il riccone di turno, considerato oscuro e misterioso, che vuole il pieno controllo della vita della sua partner (vi ricorda qualcuno?) ma che poi si rivela essere un amante indimenticabile: lei, la neo laureata che vive ancora a casa dei suoi, che lavoricchia in un negozio e non sa cosa vuole della sua vita finché non incontra lui che ne diventa il fulcro (di nuovo, non vi ricorda qualcuna?). E proprio qui che arriva la nota amara che mi fa storcere la bocca: perché ultimamente le protagoniste dei libri sono così insulse, mediocri, prive di sogni, di forza di volontà, di un briciolo di dignità? Dove sono finite le donne che pilotano la propria vita, che inseguono i propri sogni, che non si fanno mettere i piedi in testa da nessuno?
Caterina (la nostra protagonista, che potrebbe chiamarsi anche Anastasia, Bella, Poppy, Scarlett e non cambierebbe niente) ha una laurea in lettere, è perfettamente sana, lavora in un negozio in attesa di trovare qualcosa di meglio, ma non ha neanche la più piccola parvenza di volontà di voler migliorare la sua vita: vive sospesa in una bolla, in attesa di innamorandosi al primo sguardo del suo scrittore preferito, che non solo le mette sottosopra la vita, ma finisce anche per trovarle il lavoro dei suoi sogni (e viene da chiedersi di chi siano poi questi sogni, visto che lei non sembra averne di diversi dall'annullarsi totalmente per lui). Dal momento in cui Robert il bello e maledetto compare nella sua vita. i pochi neuroni che aveva le vanno in pappa totalmente, e non riesce a vivere mezza giornata senza chiedersi che faccia lui, se la pensa, cosa pensa di lei, come la considera etc etc. SI fa prendere e buttare in continuazione assecondando i capricci di un bambino viziato, disperandosi ogni volta che lui la lascia. certa di esserne la causa. Un'umiliazione pazzesca per tutto il genere femminile.
Siccome però questi libri vanno alla grande mi chiedo: sono io quella particolare? Noto solo io che c'è qualcosa di marcio in tutto ciò?
Leggendo varie critiche letterarie e recensioni ho scoperto che molti giustificano questa “scelta letteraria” come un espediente per permettere alle lettrici di immedesimarsi nelle protagoniste; non so voi, ma io ci vedo una non tanto velata offesa alla nostra intelligenza. Pensano davvero che possiamo immedesimarci soltanto in un pezzo di carne con dei bei capelli e un bel sorriso che si fa trascinare da un luogo all'altro dal suo amore eterno? Probabilmente si. Anche perché a dirla tutta, se vogliamo essere proprio pignoli pignoli, questi libri sono scritti proprio da noi donne. E allora il dubbio amletico: magari questo è proprio quello che noi donne desideriamo e sogniamo.

E voi cosa ne pensate a riguardo? Leggete questo genere di libri? Se si, cosa vi piace? Ditemi le vostre impressioni, creiamo un dibattito costruttivo su questo genere in crescita ^_^

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Denise
Femminista, appassionata di lettura e scrittura, è cresciuta con un libro in mano e la testa immersa nelle storie. Studia Informatica Umanistica presso l’Università di Pisa e lavora come segretaria alla Casa della Donna. Nel tempo libero, impara a creare nuove storie.

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