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Recensione Acqua di sole di Bianca Rita Cataldi

Calore, dolcezza, conforto.
Sono queste le sensazioni che provo ogni volta che sfoglio uno dei libri di Bianca Rita Cataldi. L’impressione è sempre quella di tornare a casa, di farmi avvolgere dalle braccia rassicuranti di qualcuno che mi conosce, e che sa come consolarmi. È stato così anche con Acqua di sole, il protagonista di questa nuova recensione, e benché io sia ormai abituata a questa impressione quasi di ritorno a casa, ogni volta è una magia irripetibile.

Quando ho visto il comunicato dell’ultimo lavoro di Bianca, ero già consapevole che non si sarebbe trattato di una lettura comune. Come per I fiori non hanno paura del temporale, anche con Acqua di sole ho sentito come un richiamo, l’eco di quelle sensazioni che mi consigliava di fare spazio alla storia dei Fiorenza e dei Gentile; di aprire il mio cuore alle loro voci, e di estendere i sensi alle timide note del loro profumi.

Acqua di sole
Acqua di sole, il protagonista della recensione, è un bouquet perfetto di note capaci di parlare al nostro cuore

Trama

Catturare tutte le sfumature e le note aromatiche di questo romanzo in un breve riassunto non è facile, ma proverò a delinearne i tratti essenziali per poi lasciare a voi il gusto di scoprire il resto.

Al centro del nuovo romanzo della Cataldi ci sono i profumi, quelli artigianali creati grazie una profonda conoscenza dell’armonia della chimica e della bellezza del mondo. A produrli sono i Fiorenza, una famiglia che alla fine degli anni ’50 vive nella Bari bene. Ma a dare l’essenza alle fragranze dei Fiorenza sono i fiori prodotti dai Gentile, famiglia di contadini legati alla terra che da essa traggono la loro forza e il loro nutrimento.

Legate da molto più che un semplice rapporto commerciale, le due famiglie si raccontano grazie ai membri più giovani. E grazie a Michele, Teresa e Vittoria scopriamo quelle piccole sfumature che costituiscono l’essenza stessa dei Fiorenza e dei Gentile, le notte di testa, di corpo e di coda che insieme danno vita a una storia familiare unica.

Recensione Acqua di sole

C’è qualcosa, nel modo di raccontare di Bianca, che riesce a far vibrare le corde della mia anima. Una vibrazione sottile, che affonda le sue radici nell’affetto che provo per la mia famiglia, nel mio sentirmi immersa in qualcosa di più grande e complesso che è al contempo parte essenziale di me.

Credo che sia proprio questa la forza di Acqua di sole. Il saper narrare la storia di due famiglie sconosciute rendendole tanto reali da dare l’impressione di conoscerle davvero. I Gentile e Fiorenza potrebbero essere dei vicini, una famiglia di parenti alla lontana e perfino la nostra stessa famiglia, perché contengono tante di quelle sfumature, tante di quelle note armoniche così caratteristiche, che non possiamo che rispecchiarci in loro.

Ho amato ogni singola pagina di questo romanzo, tanto che ho spesso fatto fatica a distogliermi dalla lettura per tornare alla vita reale. E non per un senso di frenesia dato dal bisogno di sapere come finisse la storia, quanto per la marcata sensazione di sentirmi, forse per la prima volta, pienamente compresa. Avevo come l’impressione che Bianca in qualche modo mi capisse, che parlasse direttamente a me, a chilometri di distanza. E che ogni pagina volesse dirmi: chiudi gli occhi, respira e lasciati cullare; al resto ci penserò io.

I fiori di Acqua di sole
La terra e la dolcezza, e il sentirsi a casa dove si riesce finalmente a respirare | Recensione Acqua di sole

Sentirsi parte della storia

Comprendo bene che non sia facile seguire una recensione come questa, un po’ sconclusionata e forse fin troppo personale. Ma ci sono volte in cui è impossibile dare un senso a quel mare di emozioni che ci si agita dentro. Proverò però a mettere in fila i pensieri, a costringere il flusso caotico di sensazioni a una parvenza di ordine che possa farvi comprendere perché, Acqua di sole, è riuscito a entrarmi tanto dentro.

Il primo pensiero che fa capolino, dopo aver arginato la marea, è che in Acqua di sole si ha l’impressione di essere parte di una storia più grande. Calati dietro gli occhi di Michele – o di Vittoria, Teresa, Adriano o uno degli altri personaggi che ci guidano tra le pagine – apprendiamo a poco a poco a guardare ai Gentile e ai Fiorenza proprio come fossero membri della nostra stessa famiglia.

Due famiglia come tante?

Nonna Ninetta con la sua risata tonante, zia Elisa con il suo essere troppo istruita e tanto, forse davvero troppo, bella; zia Maria, con la sua dolcezza e il suo desiderio inespresso di essere madre e Margherita con il suo essere sempre solida e certa, sicura come un porto in mezzo a una tempesta. Presi per mano dal piccolo Michele li conosciamo ad uno ad uno fino alle loro pieghe più intime, ne apprendiamo le debolezze e scopriamo la meravigliosa semplicità racchiusa in ogni loro gesto.

E lo stesso accade con i Fiorenza, che attraverso gli occhi fin troppo incerti di Vittoria si mostrano nei loro lati più fragili; nel loro essere legati al passato e all’anima come Isabella, rigidi e insofferenti come Mauro o incomprensibilmente liberi e vivi come zia Betta.

Non c’è un’anima, una vita che non emerga in tutta la sua dolce potenza tra queste pagine. Non c’è un personaggio che rimanga in ombra, che risulti inespresso alla fine del libro. Tutti hanno un ruolo, quello di vivere al meglio delle loro possibilità, e tutti riescono pian piano a ritagliarsi un posto dentro di noi.

Ancora fiori, il filo conduttore di Acqua di sole
Acqua di sole come l’ho vissuto io: una distesa di campi e calore | Recensione Acqua di sole

Note di testa, note di coda, note di cuore

A colpire più di tutto in Acqua di sole, però, è l’anima stessa che respira tra le pagine. È l’attaccamento verso la terra, il sentirsi parte di qualcosa di più grande, di più importante, di più vero. Come nella composizione di un profumo, ogni Fiorenza e ogni Gentile aggiunge la sua nota aromatica al bouquet finale e nessuno stona, tutti contribuiscono in un modo o nell’altro ad equilibrare l’aroma finale.

Bianca è maestra, chimica profumiera esperta, capace di bilanciare le note con una saggezza e una passione che si percepiscono fin dal primo contatto con il suo racconto. A conquistarci sono quelle che in profumeria vengono definite note di cuore: i rapporti tra i personaggi, il loro essere uniti nonostante tutte le insormontabili differenze. Sono questi legami, questi punti di contatto spontanei a reggere il racconto, e a dare ad Acqua di sole l’aroma tipico delle cose belle; quelle che non puoi che amare e che rimangono ad aleggiare intorno a te anche quando le note più volatili se ne sono andate già da un pezzo, e quello che ti resta è la pure e semplice essenza della bellezza della vita.

divisore

Per aver organizzato questo evento, e avermi dato modo di leggere Acqua di sole, il mio ringraziamento più sincero va Susanna del blog La testa tra i libri. E un ringraziamento speciale anche alla Harper Collins che ci ha fornito l’ebook di Acqua di sole per scrivere questa recensione.

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Denise
Sono un’appassionata di scrittura e comunicazione digitale, studio Informatica Umanistica e lavoro alla Casa della donna di Pisa. Nella vita cerco di conciliare i diversi aspetti di me: la femminista, la letterata e l’informatica. Non sempre vanno d’accordo, ma per fortuna sono caparbia e continuo a insistere.

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