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Recensione La Strada di Ann Petry

Può una giovane donna nera, povera, separata dal marito e con un figlio a carico aspirare al tanto agognato sogno americano? Sembrerebbe quasi di trovarci davanti ad un enorme paradosso, ma per Lutie Johnson, questo non è solo un sogno ma un vero e proprio obiettivo da perseguire. Ed è questo obiettivo che si rivela de La Strada, il romanzo di Ann Petry protagonista di questa recensione.

Copertina La strada Ann Petry
Copertina La Strada di Ann Petry | Recensione

Trama

New York, secondo dopoguerra, lontano dall’epicentro del movimento di rivalsa razziale, ma ad Harlem. Ci troviamo nella 116th Street, in cui confluiscono razzismo, sessismo, povertà e fragilità umana.

Lungo i marciapiedi di questa strada, si articolano le vicende di Lutie Johnson e suo figlio Bub; qui si ingloba, nelle loro frenetiche giornate, la vita di un gruppo di personaggi che, a contatto con gli effetti devastanti della povertà, a volte arriveranno a comportarsi in modo disumano per la sopravvivenza.

Recensione La Strada di Ann Petry

Parlare del romanzo in questione è abbastanza complicato, non solo perché affronta tematiche serie come la violenza e il razzismo, ma anche perché è considerato un classico della letteratura afroamericana; sembrerebbe quasi di andare a svegliare un drago che dorme da anni.

Durante la lettura del romanzo mi sono chiesta più volte quale fosse il ruolo della “strada” all’interno delle vite dei personaggi che la vivono. Arrivata alla fine di questo, ha generato in me una grande confusione; tra entusiasmo e delusione, credo che tutt’ora io non abbia ben capito il valore che la scrittrice attribuisce a questo elemento tanto simbolico.

La strada, la 116th street, risucchia l’anima dei suoi abitanti fissandoli dentro stereotipi letterari; tuttavia, questi riescono a farci percepire la brutalità della vessazione umana a cui erano sottoposti i neri durante il secondo dopoguerra. L’odio verso i bianchi è palpabile in ogni pagina, e la lotta per la sopravvivenza, quasi richiamando il famoso ciclo dei vinti di Verga, è attraversata da un’imitazione dell’ideale dell’ostrica; questo, nonostante tutto, non porterà alla salvezza dei personaggi che decidono di assecondarlo.

Harlem, anni 50
Harlem, anni ’50 | Recensione La strada

La protagonista

Lutie Johnson è il gancio che tiene insieme la rete di personaggi secondari che sviluppano le loro vicende a partire dal suo arrivo alla strada. Lei, attraente e intraprendente, conscia della povertà in cui vive e del benessere a cui poter auspicare con il lavoro, non rinuncia mai alla possibilità di migliorare la sua posizione sociale; eppure, rimane consapevole che essendo nera dovrà fare i conti con i limiti imposti dalla società.

Ma è di sicuro questo suo tendere ad un miglioramento, che si tramuta in una ricerca spasmodica di una scalata sociale, a innescare una serie di vicissitudini disastrose che trasformeranno la sua vita, le dinamiche della strada e il futuro del figlio Bub.

Nessuno può vivere in una strada così e rimanere una persona perbene. Prima o poi la strada se li sarebbe presi tutti, perché risucchiava via l’umanità alla gente, in modo lento,sicuro, inevitabile.

L’analisi dell’umanità

La mutevole condizione umana fa da regina in questo romanzo, così come l’insoddisfazione e la preoccupazione accompagnano ogni centimetro delle pagine scritte. Facile identificarsi in uno dei vari personaggi delineati dalla scrittrice, pur lontano da noi nel tempo e nel vissuto.

E Lutie, quasi un moderno Mastro Don Gesualdo, dovrà fare i conti da sola con questo suo enorme bagaglio.

In fine, ciò che mi preme sottolineare, è la possibile presenza di molteplici versioni del racconto, a seconda del lettore e del passato di questo. Il romanzo richiede quasi un giudizio finale, come se fossimo noi direttamente interpellati: chiamati ad assolvere o meno le decisioni di Lutie.

Perché questo romanzo, come la vita reale, brulica di apparenti contraddizioni e presenta strati su strati di verità complesse.

divisore

Per la copia digitale de La strada, i nostri ringraziamenti vanno alla Oscar Mondadori; e per aver organizzato questo evento tra blogger, come ormai d’abitudine, a Raffaella del blog The Reading’s Love.

Enrica
Cinefila accanita, amante dei manga e anime, lettrice per passione. Alla ricerca continua della perfetta scenografia per i miei film mentali.

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