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Recensione: "Lo strano viagio di un oggetto smarrito" di Salvatore Basile

Casa editrice: Garzanti
Costo:€ 16,90
Genere: Narrativa Italiana


Eccomi qui, finalmente a parlare di un libro che ho desiderato di leggere dalla prima volta che ne ho letto il titolo.
In genere è la copertina la cosa di un libro alla quale non so resistere, lo so che è sbagliato ma non posso negare che per me l’occhio fa abbondantemente la sua parte quando si tratta di libri di cui non conosco l’autore. Tra l’altro ho avuto la possibilità di leggerne un piccolo estratto, ora non ricordo se su Il Libraio o dove, ricordo però che il primo capitolo, in cui veniamo a scoprire il punto focale di tutte le future vicende di Michele mi ha colpito tantissimo, sia per stile che contenuto. Potete quindi facilmente immaginare la mia felicità quando mi sono vista arrivare a casa il pacchetto della Garzanti.
Ovviamente ho messo da parte tutte le letture in corso (e anche lo studio, ma solo un pochino, giuro!) e mi sono immersa nella lettura.

Una lettura particolarmente adatta per il periodo estivo, una trama interessante portata avanti con una scrittura molto semplice e veloce. Tra l’altro un libro che ha il treno come mezzo di trasporto e di connessione tra persone letto in treno, immersa tra i volti sconosciuti con partenze e destinazioni altrettanto sconosciute. Uno di quei casi particolari in cui la realtà sembra un lungo braccio della finzione. E così, mentre leggevo del primo viaggio di Michele, mi sono sentita anche io parte di quei passeggeri che lo circondavano.
Nonostante la terminologia semplice la prosa è molto descrittiva e particolareggiata.

I due personaggi principali sono Michele ed Elena, persone cresciute in ambienti completamente diversi ma entrambe con una grossa ferita da rimarginare. Quella di Michele la sappiamo sin dall’inizio, quella di Elena verrà svelata più avanti nel libro, questo segreto che si rivela però credo noi sia stato gestito nella maniera corretta, credo anzi si un fatto fin troppo ovvio dalle prime pagine in cui lei è presente.

Michele è una persona con diversi squilibri psicologici dovuti all’abbandono della madre, accumula compulsivamente oggetti, con l’idea che almeno loro non lo abbandoneranno mai; ha il terrore di affezionarsi alle persone, per questo non socializza mai con nessuno; non si allontana mai dal luogo in cui vive, specialmente dopo la morte del padre e sopratutto non cambia mai e poi mai le sue abitudini. Una persona decisamente problematica quindi, la cui vita viene completamente stravolta da una personalità esuberante e positiva come quella di Elena.
Trovo però che una personalità così complessa non sia stata trattata con il giusto peso, sicuramente l’autore si è trovato a dover fare una scelta tra una storia leggera incentrata principalmente sui sentimenti positivi e invece una storia un po’ più cupa che desse maggior peso alle problematiche e ha scelto la prima strada, però, per i miei gusti letterari, ammetto che avrei preferito una profondità maggiore quando si parlava di questi problemi, sopratutto perché nella realtà non sono certo così veloci da risolvere, sopratutto quando si protraggono per così tanto tempo. Certo è che nel caso di un approfondimento di questo tipo difficilmente sarebbe uscito un libro così scorrevole e leggero.

Attorno a Michele appariranno una rosa di personaggi completamente diversi, positivi e negativi, che lo aiuteranno, ognuno in maniera diversa, a distruggere il muro che si era creato attorno e a riprendere i contatti con la società. Una particolarità che ho apprezzato è stata l’importanza data alla crescita interiore di Michele, non solo per quanto riguarda il tornare ad un Io Sociale ma anche per una vera e propria maturità interiore, in cui impara a non vedere più il mondo con gli occhi del bambino abbandonato ma con quelli di un adulto che deve tornare alla vita. Anche in questo caso però non posso che notare una piccola nota negativa, che fa stridere un po’ gli eventi, infatti i vari personaggi che permettono il proseguire della trama spesso sono congiunti alla storia principale in maniera poco coerente (in particolare la prima, che pur riflettendoci non sono riuscita a capire come e perché stesse a quella fermata del treno in quell’orario) e anche un po’ superficiale, non viene dato un peso forte alle motivazioni delle loro affermazioni, vengono solo lanciate lì, un po’ per caso a galleggiare in mezzo a quelle di tutti gli altri personaggi che si susseguono.

Nel complesso è stata una lettura un po' deludente, per le alte aspettative che avevo riposto ma comunque di piacevole compagnia. La trama è comunque molto interessante, sopratutto per i diversi spunti di riflessione che fornisce. Non so se possa ritenerlo un libro da consigliare, ha alcuni difetti nello sviluppo della trama ma se siete alla ricerca di un libro leggero con una trama comunque originale questo titolo potrebbe fare al caso vostro.

Trama:
Il mare è agitato e le bandiere rosse sventolano sulla spiaggia. Il piccolo Michele ha corso a perdifiato per tornare presto a casa dopo la scuola, ma quando apre la porta della sua casa nella piccola stazione di Miniera di Mare, trova sua madre di fronte a una valigia aperta. Fra le mani tiene il diario segreto di Michele, un quaderno rosso con la copertina un po' ammaccata. Con gli occhi pieni di tristezza la donna chiede a suo figlio di poter tenere quel diario, lo ripone nella valigia, ma promette di restituirlo. Poi, sale sul treno in partenza sulla banchina.
Sono passati vent'anni da allora. Michele vive ancora nella piccola casa dentro la stazione ferroviaria. Addosso, la divisa di capostazione di suo padre. Negli occhi, una tristezza assoluta, profonda e lontana. Perché sua madre non è mai più tornata. Michele vuole stare solo, con l'unica compagnia degli oggetti smarriti che vengono trovati ogni giorno nell'unico treno che passa da Miniera di Mare. Perché gli oggetti non se ne vanno, mantengono le promesse, non ti abbandonano.
Finché un giorno, sullo stesso treno che aveva portato via sua madre, incastrato tra due sedili, Michele ritrova il suo diario. Non sa come sia possibile, ma Michele sente che è sua madre che l'ha lasciato lì. Per lui.
E c'è solo una persona che può aiutarlo: Elena, una ragazza folle e imprevedibile come la vita, che lo spinge a salire su quel treno e ad andare a cercare la verità. E, forse, anche una cura per il suo cuore smarrito.
Questa è la storia di un ragazzo che ha dimenticato cosa significa essere amati. È la storia di una ragazza che ha fatto un patto della felicità, nonostante il dolore. È la storia di due anime che riescono a colorarsi a vicenda per affrontare la vita senza arrendersi mai. Salvatore Basile ci regala una favola piena di magia, emozione e speranza. Un caso editoriale che ha subito conquistato il cuore di tutte le case editrici del mondo, che se lo sono conteso acerrimamente alla fiera di Francoforte. Una voce indimenticabile, che disegna un sorriso sul nostro cuore.


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Valentina
Lettrice onnivora, educatrice, mamma.
Dei libri amo la capacità di mostrare la complessità del mondo che ci circonda, forse per questo tra i miei generi preferiti rientrano fantascienza, fantapolitica, fiabe tradizionali e saggistica.

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