Recensioni

Wrap up del mese – APRILE

Aggiornamento mensile delle letture appena concluse. Se fate un salto su goodreads e su instagram trovate aggiornamenti più frequenti.

Qualcuno volò sul nido del cuculo di Ken Kesley

La storia narrata da Ken Kesley, per quanto attraversata da sprazzi di umorismo e ironia è un racconto duro e doloroso della vita all’interno di un manicomio nella seconda metà del ‘900 negli stati uniti. La prosa, altrettanto dura e tagliente esalta le tematiche trattate alla perfezione. Purtroppo però emerge anche un forte sentimento misogino dell’autore, che si fa fatica a lasciare alle spalle. Certo, i protagonisti del libro sono devastati dal dominio di Miss Ratched, ma il tono con cui tutte le donne vengono apostrofate e i loro ruoli all’interno del romanzo sembrano non lasciare alcuno spazio positivo al genere femminile.

Il libro resta comunque una finestra sulla vita all’interno di un’istituzione totale in cui la dignità delle persone è solo quella che i detentori del potere decidono di dare. Una storia che merita di essere letta da tutti coloro che sono affascinati dal tema della salute mentale

Cronache di un gatto viaggiatore di Hiro Arikawa

Il libro inizia citando Io sono un gatto di Soseki, uno dei miei libri storici preferiti sul Giappone, ma non ha niente in comune con lui, se non la narrazione dal punto di vista felino…e l’essere un libro meraviglioso.
Io sono un gatto non è un libro che consiglierei ad un amante dei gatti, a meno che non sia anche un appassionato di Giappone, mentre questo romanzo è un ode all’amore per i felini, a prescindere che si ami il Giappone o meno.

Il fulcro di tutta la narrazione è l’amore che prova Satoru per il suo gatto Nana, ma anche l’amore che prova Nana per Satoru. Non è tanto un viaggio per il Giappone, o almeno lo è secondariamente, rispetto al viaggio che viene narrato nella vita di un gattofilo. Questo viaggio mostra al lettore quanto una semplice amicizia tra umani e gatti possa essere salvifica, se non per il corpo almeno per l’anima.

Così, mentre Satoru e Nana ci raccontano la loro vita, presente e passata, noi non possiamo fare a meno di ripensare alla nostra e a quella dei gatti che hanno percorso insieme a noi una parte della nostra vita.

Il Conte di Montecristo di Alexandre Dumas

Con il Conte di Montecristo Dumas si conferma uno dei miei scrittori classici preferiti.

Il Conte di Montecristo è un personaggio affascinante e misterioso, la sua ricerca minuziosa della vendetta, così come la sua capacità di rendersi conto di quando ha superato il limite lo rendono il protagonista perfetto. La trama ricca, di colpi di scena, è accompagnata da una prosa incalzante che mi ha fatto correre più volte il rischio di lasciare Talia al nido perché non riuscivo a staccarmi dalle pagine.

Ma è con i personaggi secondari che Dumas ha dato il meglio di sé, riuscendo a dare un quadro della società molto più moderno di quanto mi aspettassi. Con la storia di Eugenie e Louise in particolare mi ha piacevolmente spiazzato. È l’esempio che per quanto figlia della sua epoca un’opera letteraria (e il suo scrittore) non devono per forza essere rappresentanti dei più retrogradi ideali.

Mi chiedo come sia possibile che al mondo esistano persone che non apprezzano questo romanzo.


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Valentina
Lettrice onnivora, educatrice, mamma.
Dei libri amo la capacità di mostrare la complessità del mondo che ci circonda, forse per questo tra i miei generi preferiti rientrano fantascienza, fantapolitica, fiabe tradizionali e saggistica.

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