Avventure da GdR

Gioco di ruolo: quando il fantasy prende vita

Cala il silenzio, mentre con il fiato sospeso i giocatori seguono il rimbalzare dei dadi. La tensione è palpabile, lo scricchiolio di una matita l’unico suono. Quindi il DM mormora una conferma e il tavolo intero esplode in grida di gioia: il drago è stato sconfitto, una nuova pagina dell’epica avventura è stata scritta. Questo è il mondo dei GdR.

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Ogni appassionato di fantasy sogna, nel profondo, di poter vivere le avventure di cui hai letto. Tutti noi, ad esempio, abbiamo desiderato poter viaggiare al fianco di Aragorn e dei suoi compagni, o entrare nell’armadio dei fratelli Pevensie e arrivare su Narnia.

Ma se vi dicessimo che è possibile? Che esiste un modo per immergersi in un mondo fantastico e vivere strabilianti avventure?

Seguiteci in questo viaggio alla scoperta dei giochi di ruolo, vi aspetta un mondo a metà tra narrazione e immaginazione.

L’inizio del viaggio

Volessimo trovare il punto di contatto tra narrativa fantastica e gioco di ruolo, potremmo dire che giocare a un GdR è come partecipare alla scrittura di un libro interattivo. Ben più che in un romanzo, però, in un GdR il fantastico è in grado di uscire dalle pagine e di prendere vita, facendo sbiadire la realtà in favore di un’immaginazione intensa e condivisa.

Giocare di ruolo, d’altronde, è soprattutto questo: condivisione. Riunirsi intorno a un tavolo per raccontare una storia comune, arricchirla con la propria fantasia e i propri desideri per vederla crescere sessione dopo sessione, in un intreccio di vite solo parzialmente immaginarie. Poter dismettere per qualche ora i panni abituali per indossare quelli di possenti guerrieri, saggi incantatori o di ispirati bardi. E annegare le fatiche quotidiane in una creazione che è solo vostra e dei giocatori che vi circondano.

Ma volendo scendere più nel dettaglio: come si gioca a un GdR?

La base di ogni avventura: il party

Non può esistere un gioco di ruolo senza un party, come non può esistere un romanzo senza narratore e personaggi principali. Il party è il cuore e il motore dell’intera storia. Può essere formato da amici, conoscenti e perfino da perfetti sconosciuti, non ci sono limiti.

Ciò che conta, e che ci siano dei giocatori (che interpreteranno i personaggi giocanti o PG) e un master (detto DM o GM).

I PG sono i veri e propri protagonisti della storia. Il master, la loro guida.

In un romanzo, il master sarebbe lo scrittore e piloterebbe sia la trama che le scelte dei personaggi principali. Qui, però, affianca i giocatori, ricama la storia intorno a loro. E veglia affinché nulla rovini il divertimento suo e dei compagni.

L’ingrediente chiave che rende il GdR così indimenticabile, però, e che più si gioca più tra i giocatori si crea l’alchimia giusta per intessere una trama indimenticabile. Da questo, discende ogni altra cosa.

Set di regole, dadi e schede: strumenti utili per un gioco di ruolo

Una volta formato il party, non resta che creare una storia sulla quale ricamare. I giochi di ruolo più tradizionali affidano questo compito al master, dandogli gli strumenti per renderla tangibile ed entusiasmante. Set di regole capaci di dare scheletro alle avventure giocate e, soprattutto, elementi capaci di aggiungere brivido e imprevedibilità al gioco.

Vi sarà certo capitato di vedere uno di quegli strani poliedri a più facce che appaiono così misteriosi e attraenti. Ecco, quelli sono i nostri set dadi e sono alleati potenti, perché permettono di riprodurre al tavolo l’incognito che è parte della nostra realtà. 

Nessuno, né il DM né i giocatori, sa con precisione come andrà una data scena.

Riuscirà il nostro invincibile guerriero ad aprire a spallate la porta? Dipende, il giorno potrebbe avere sfortuna e trovarsi davanti, senza saperlo, una porta blindata. Un tiro di dado può darvi la risposta. O almeno una parte, perché ogni personaggio ha la sua scheda, che ricorda ai giocatori cosa sa fare. Quando il personaggio cresce e migliora, la scheda cambia con lui, seguendo le regole del gioco.

Le regole vengono distribuite sotto forma di manuali, cartacei o anche digitali. Ne esistono infinite varianti, come infiniti sono anche i generi che possono prendere forma a un tavolo da gioco. Dal fantasy alla fantascienza, dall’horror al giallo e così via, non c’è limite all’immaginazione che si può plasmare con un GdR.

Ma quando parliamo di fantasy, ecco che subito saltano alla mente i titoli più famosi: Dungeons and Dragons, Pathfinder, L’Ultima Torcia, Avventure nella Terra di Mezzo… Siamo sicure che almeno una volta vi è capitato di sentire nominare qualcuno di questi. 

Ma di cosa si tratta, esattamente? Ebbene, un manuale è una struttura, uno scheletro di regole testate e ritestate per offrire ai party gli strumenti migliori per dare consistenza alla loro immaginazione condivisa. La storia trasporta i giocatori in una città e li spinge a fare acquisti? Sul manuale sono riportati prezzi e statistiche su quanto sia difficile convincere il mercante a regalar loro un oggetto. Il party si imbatte in un gruppo di predoni intenzionati a derubarli? Il manuale permette di decidere quanto sono forti quei predoni e se e quanto riusciranno a far del male ai PG.

Il manuale è una sorta di patto scritto, un accordo tra i giocatori: lì sono contenute tutte (o quasi) le regole che il tavolo sceglie di seguire.

La fantasia che diventa reale

Dietro il semplice lancio di dadi e alle regole, però, si cela un mondo dalle dinamiche complesse e molto attraenti. Prima dicevamo che l’ingrediente chiave di ogni GdR è l’alchimia tra i giocatori. Questo perché se ogni membro del gruppo impara a conoscere gli altri, a rispettarli, a fidarsi persino, la fantasia diventa libera di fluire da un giocatore all’altro e di creare meraviglie.

Intorno a un tavolo (reale o virtuale) d’altronde, si può essere chi si vuole. Ma è proprio in questa profonda libertà che si imparano i propri limiti e i propri desideri. I giochi di ruolo sono infatti in grado di cambiare profondamente chi li approccia con lo spirito giusto, e sempre in meglio.

Come accade quando si legge, il GdR è metafora della vita reale. Ma al contrario dei libri, nei giochi di ruolo sono i giocatori a fare le scelte, e a subirne le conseguenze. Spesso si tratta solo di penalità in gioco, certo; se la si vuole vedere in modo spiccio, il massimo che può succedere intorno a un tavolo è di veder morire il proprio personaggio.

Ma la realtà è che dietro questa fantasia condivisa c’è molto di più.

I giochi di ruolo aiutano a crescere, mettendo davanti ai personaggi ostacoli immaginari che spesso non sono che proiezioni delle paure che i loro giocatori vivono nella vita di tutti i giorni. Giocare di ruolo è vivere in un ambiente controllato, creato su misura per il party. Affrontare la vita una sessione alla volta, consci che ogni successo e fallimento nel gioco ha qualcosa da insegnare anche nella vita di tutti i giorni. 

E che non è mai tempo sprecato, quando si lascia fluire la propria fantasia e le si dà campo libero per creare qualcosa di bello, condiviso e spesso indimenticabile.

Ora però tocca a voi

Sentite quell’eco di gesta gloriose e risate intorno al tavolo? È il richiamo dell’avventura, il segno che anche nel vostro petto batte il cuore di un giocatore di ruolo. Dovete solo dargli l’occasione per esprimersi.

E allora cosa aspettate?

Afferrate un manuale e un set di dadi, cercate il party più vicino a voi e cominciate questo viaggio. Sul web è facile trovare gruppi di giocatori in cerca di nuovi compagni, vi basta iscrivervi a un gruppo e presentarvi. Di questi tempi, poi, si gioca soprattutto online, e anche la distanza diventa una barriera superabile.

Quando lasciamo viaggiare la nostra fantasia, d’altronde, poche cose possono davvero ostacolarci.

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Denise
Sono un’appassionata di scrittura e comunicazione digitale, studio Informatica Umanistica e lavoro alla Casa della donna di Pisa. Nella vita cerco di conciliare i diversi aspetti di me: la femminista, la letterata e l’informatica. Non sempre vanno d’accordo, ma per fortuna sono caparbia e continuo a insistere.

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