Fantasy e Fantascienza, Recensioni

Il ciclo dell’Impero – recensione

Dopo un mese dedicato ad Asimov ed in particolare al ciclo della Fondazione, pensavate che avrei potuto perdermi questo review party per la nuova edizione del Ciclo dell’Impero?

La trilogia dell’Impero, composta da Paria dei cieli, Il tiranno dei mondi (conosciuto anche come Stelle come polvere) e Le correnti dello spazio e stata scritta da Asimov tra il 1950 e il 1952. Nonostante l’universo narrato in questa trilogia sia lo stesso del ciclo della fondazione, le due serie non sono strettamente correlate, anche se si può dire che questa saga completa quella della Fondazione.

Ordine di lettura e ordine di pubblicazione

Come per il ciclo della Fondazione anche il ciclo dell’Impero ha diverse linee di pensiero per quanto riguarda l’ordine di lettura. I libri infatti non sono in ordine cronologico di pubblicazione in questa raccolta. Il primo Le correnti dello spazio è stato l’ultimo ad essere scritto, nel nuovo volume pubblicato dalla Mondadori però questo è il primo. Seguito da Il tiranno dei mondi e infine Paria dei cieli. Anche in questo caso, come per il ciclo della Fondazione è stato preferito l’ordine temporale della storia a quello di pubblicazione.

Sta a voi scegliere come preferite leggere la saga!

Quattro chiacchiere su Il ciclo dell’Impero

Parlare di una trilogia come questa in un unico post è abbastanza complicato. Già parlare di una serie in cui tutti i libri sono collegati è complicato, ma almeno il filo temporale è lo stesso. In questo caso invece i tre romanzi sono uniti solo da un concetto comune, quello dell’ impero di Trantor che si sta venendo a creare. Ambientazione e personaggi protagonisti dei diversi romanzi sono però completamente indipendenti dalle altre storie.

Questo particolare è sia un pregio che un difetto di questo Ciclo. Perché è vero che i romanzi che non sono legati l’uno all’altro possono essere letti più liberamente, ma allo stesso tempo non si viene a creare quella suspanse tipica delle opere in serie.

Una delle caratteristiche che più mi piace dei romanzi di Asimov è la complessità che riesce a dare ai personaggi principali. La trama, che si basa proprio su questa complessità, acquista valore anche da questo continuo scavare in profondità, ma a piccoli passi. In questo modo, alla fine del libro, tutte le convinzioni create durante la narrazione spesso crollano come un castello di carte al vento. Mostrando una realtà diversa da quella che si era immaginata.

Nonostante questo ciclo sia uscito quasi in contemporanea rispetto alla trilogia della Fondazione ho notato notevoli differenze nella prosa delle due opere. In questo ciclo, per esempio, Asimov entra molto più nello specifico delle terminologie tecniche spaziali. Anche in questo caso un particolare che ha pregi e difetti, perché da una parte vengono spiegate anche le tecnologie in uso nel ciclo della Fondazione, dall’altra però i romanzi perdono in fluidità.

Infine ringrazio la Mondadori per la copia digitale del libro!

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Valentina
Lettrice onnivora, educatrice, mamma.
Dei libri amo la capacità di mostrare la complessità del mondo che ci circonda, forse per questo tra i miei generi preferiti rientrano fantascienza, fantapolitica, fiabe tradizionali e saggistica.

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