Recensioni

#inviaggioconAngelitos

PS. considera che è una storia vera dalla prima all’ultima riga…

Con queste parole Martina conclude la mail in cui mi parla del libro.

Ho conosciuto Martina il primo anno di apertura di Chiacchiere Letterarie, la conobbi per il suo romanzo Il quaderno del destino, che racconta una dolce storia di riscatto tra le vie di una città del centro america.
Uno dei motivi per il quale il libro mi piacque tanto fu che dalle parole si sentiva l’amore della scrittrice per una terra che ha più volte visitato, amore ma anche rabbia per ingiustizie che alcune volte sembra impossibile sanare.

Angelitos in un certo senso parte da qui, se con Joaquin (il protagonista del precedente romanzo) avevamo immaginato una vita in cui potersi liberare dal gioco delle bande di strada e della mafia, in cui sperare il un futuro diverso, la storia Angelitos ci riporta alla cruda realtà.
Ci riporta alla realtà anche perché questa volta i personaggi non sono frutto dell’immaginazione della scrittrice, ma sono persone in carne, ossa e sangue.

Angelitos era un bambino di dodici anni, nato e cresciuto in un quartiere in cui è più semplice entrare in una banda che finire la scuola, in una realtà in cui non vedere e non sentire è la normalità.

Ed è proprio per combattere questa omertà che la storia di Angelitos dovrebbe essere raccontata a più persone possibile, perché per combattere la corruzione e la violenza l’unica cosa che si può fare è alzare la testa e alzare la voce, imparare a guardare cosa c’è oltre il proprio giardino per dare forza a chi certe realtà ingiuste prova a combatterle tutti i giorni.

Le storie come quella di Angelitos fanno male, non c’è il distacco che può esserci con una storia di fantasia, con le storie vere purtroppo non basta chiudere il libro per bloccare il racconto, perché la storia è già accaduta e noi siamo solo dei viaggiatori che scelgono di prendere sulle proprie spalle l’impegno di conoscerla e non lasciare così che il coraggio di un ragazzino di appena dodici anni finisca dimenticato.

Vi soffermate mai a pensare alla fortuna di essere nati dalla parte giusta del mondo?

Certo, ognuno di noi ha le proprie sfide e le proprie battaglie, ma forse ogni tanto rimettere i proprio problemi in prospettiva con il resto del mondo può essere utile.
Forse non possiamo fare molto per quello che accade nel resto del mondo, ma anche qui in Italia esistono quartieri in cui non cadere nelle mani della malavita è un evento strettamente legato alla fortuna e ancora di più in cui l’omertà è la prima regola per una vita senza troppi problemi.
Ma qual è il peso di questa serenità? Vale davvero la pena portarselo dietro per sempre, sapendo che può ritorcersi contro in qualunque momento?

Martina ha letto per la prima volta della storia di Angelitos l’8 luglio del 2015, l’immagine del bambino, con la sua maglietta rossa non l’ha più abbandonata. Ma la storia di Angelitos non ha mai avuto la forza di superare l’oceano, risucchiata dalle notizie sui traffici di droga e le bande di strada.

Per questo ha deciso di rimettersi in viaggio lei stessa per poter incontrare i protagonisti di questa triste vicenda, tra cui Luis Escalante, il padre di Angelitos.

2017 – Martina e Luis Escalante alla mattonaia

Non è una storia facile, non è una storia allegra, sicuramente non è il consiglio di lettura estivo che vi potreste aspettare. Ma altrettanto certamente è una storia che dovete conoscere, che merita il vostro tempo e la vostra attenzione.

Angelitos
Scrittrice: Martina Dei Cas
Casa Editrice: Prospettiva editrice
Costo: € 12,00

Il libro ha ottenuto il patrocinio di Amnesty International Italia e del Centro per la Cooperazione Internazionale di Trento.

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Valentina
Lettrice onnivora, educatrice, mamma.
Dei libri amo la capacità di mostrare la complessità del mondo che ci circonda, forse per questo tra i miei generi preferiti rientrano fantascienza, fantapolitica, fiabe tradizionali e saggistica.

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