Recensioni

Recensione: "Abela" di Berlie Doherty.


Casa Editrice: Piemme (Il battello a vapore)
Costo: €16,50
Lingua originale: Inglese
Titolo Originale: "Abela, the Girl who Saw Lions"
Traduttore: Angela Ragusa


Da quando mi sono interessata alla letteratura per l'infanzia ho sostenuto la tesi secondo cui i ragazzi, anche e sopratutto i più giovani, non devono essere tenuti dentro una campana di vetro nella scelta dei libri.
Molti credono che a 13 anni si è ancora troppo piccoli per affrontare certi argomenti, però trovano normale che alla stessa età si debba scegliere la scuola che poi potrebbe influenzare tutto il resto della vita e magari si arrabbiano anche se dopo uno o due anni il ragazzo o la ragazza si accorge di non aver fatto la scelta giusta. Beh, io sono del parere totalmente opposto. Credo sia normale a 13 anni non sapere che strada si voglia prendere nella vita e trovo giusto affrontare, ovviamente con i libri giusti, argomenti difficili che però aiutano nella crescita e nella formazione dell'individuo.

Abela non è solo un racconto, un viaggio che porta a conoscere mondi e vite diverse, ma un romanzo di formazione che può aiutare a riflettere su un argomento importante come quello dell'immigrazione. Il tema è trattato in maniera molto seria, si passa dai problemi delle malattie e della povertà in Africa per finire con tutti i disagi dovuti alla documentazione che serve per un'eventuale adozione passando per i problemi dell'immigrazione illegale e tratta dei minori ma con un lieto fine che addolcisce il giusto, dando la giusta importanza alla speranza. Allo stesso tempo la scrittura è semplice e chiara, la terminologia utilizzata permette a qualunque ragazzo di comprendere gli argomenti che vengono trattati lasciando quelli più complessi e crudi, come per esempio l'infibulazione, solo accennati e non chiari, in modo tale che se il giovane lettore si sente pronto ad affrontare l'argomento potrà poi chiedere spiegazioni. Tra l'altro credo che tutta la lettura del romanzo abbia bisogno di un sostegno, non nel senso che ci deve essere un genitore con il fiato sul collo come per i film con i bollini gialli, ma con un genitore pronto a spiegare eventuali dubbi derivanti da una lettura il cui obbiettivo è proprio quello di far riflettere.

Alla bellezza pedagogica si accosta anche la bellezza narrativa. La storia ci viene narrata dal punto di vista delle due bambine, seguiamo Abela e Rosa a capitoli alterni mentre la scrittura varia da prima a terza persona a seconda di cosa viene raccontato in maniera tale da dare la giusta importanze e il giusto peso emotivo a tutti gli eventi. La storia non diventa mai banale o scontata e il lieto fine è seplicemente il giusto cappello da abbinare per rendere un abito perfetto.

La chiamano letteratura per ragazzi perché indirizzata principalmente a giovani, ma credo che un libro come questo possa essere apprezzato veramente da tutti, perché quando un libro si porta dietro una storia così non dovrebbe avere nessun paletto discriminatorio.

Vorrei aggiungere solo una cosa, visto che questo della letteratura per ragazzi è un ambito che mi interessa assai da vicino. Spesso si è portati a vedere la letteratura per i più giovani moderna come qualcosa di sciapo e frivolo, perché diciamocelo i primi personaggi che vengono in mente sono vampiri brillanti e amori struggenti. Ma la letteratura per ragazzi non è solo quello, esattamente come la letteratura "per adulti" non può essere fatta rientrare tutta sotto una stessa categoria e sopratutto, i libri sorvolano l'etichetta "ragazzi" e "adulti" (anche se su quest'ultimo caso ci può essere un discorso riguardante difficoltà del testo) e si fanno amare da tutti.

L'ho letto in una sera ed è entrato in libreria prendendo il suo meritato posto affianco ad "Un ponte per Terabithia" perché due storie così belle non possono che stare vicine e sostenersi a vicenda.

Ringrazio di cuore la casa editrice PIEMME per avermi dato la possibilità di leggere questo favoloso romanzo di formazione.

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Valentina
Lettrice onnivora, educatrice, mamma.
Dei libri amo la capacità di mostrare la complessità del mondo che ci circonda, forse per questo tra i miei generi preferiti rientrano fantascienza, fantapolitica, fiabe tradizionali e saggistica.

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