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Recensione La Memoria di Babel di Christelle Dabos

Aspettavo di leggere il terzo libro dell’Attraversaspecchi con tanta di quella brama che quando l’ho avuto tra le mani non sono riuscita a posarlo. Scrivo questa recensione de La Memoria di Babel esattamente cinque minuti dopo aver girato l’ultima pagina, a caldo come tutti gli esperti sconsigliano sempre di fare. Eppure non posso proprio farne a meno.

Al momento sento che se non riverso subito sulla pagina tutte le impressioni e le sensazioni che si agitano nella mia mente, le perderò prima ancora di potermene rendere conto. È sempre così, quando un libro riesce ad affascinarmi in questo modo ne divento quasi preda e leggerlo diventa più di una semplice esperienza di intrattenimento. Nel mondo narrato tra le pagine di libri come L’Attraversaspecchi, io ci entro proprio all’interno.

Un po’ come Ofelia, che con i suoi poteri da lettrice vive le emozioni, le paure e le gioie di coloro che hanno impugnato un particolare oggetto; storie come quelle raccontate dalla Dabos, nel modo in cui le racconta lei, hanno il potere di discollegarmi dalla mia realtà per catapultarmi in un’altra così plausibile da sembrare veritiera a sua volta. Quando leggo uno dei suoi libri, ho come l’impressione di trovarmi proprio lì, al fianco di Ofelia e Thorn, a vivere le loro vicende e ad emozionarmi con loro.

Per questo, scrivere una recensione dei suoi libri è sempre un’esperienza particolare. Cercherò di mettere in ordine i pensieri, di tradurre in parola il caos che si agita dentro di me, per spiegarvi perché dovreste leggere questa saga se ancora non l’avete fatto, e perché non dovete proprio perdervi questo terzo volume.

Ma procediamo con ordine, o almeno proviamoci:

L’Attraversaspecchi: dove eravamo rimasti

Siamo ritornati proprio lì, dove avevamo lasciato i nostri amati protagonisti. Thorn è misteriosamente scomparso dopo gli accadimenti del secondo volume e Ofelia è ritornata su Anima, dalla sua famiglia. Ma il richiamo dell’avventura brucia nelle sue vene, e la nostra lettrice coglie al volo la prima occasione che le si presenta per lasciare l’opprimente controllo delle Decane e partire alla ricerca del marito.

È Babel, la sua destinazione. Un’arca in cui vige una legge ferrea, imposta dall’alto dal gruppo di lord che si fa chiamare LUX. Qui Ofelia non solo spera di ritrovare Thorn, ma anche di trovare un modo per sconfiggere Dio, limitando il suo sconfinato potere.

La nostra lettrice però ancora non sa che ha davanti un numero di prove considerevole, e che il suo obiettivo verrà ostacolato più volte da personaggi più o meno minacciosi. Il destino del mondo è sempre più vicino al suo compimento e Ofelia e Thorn hanno poco tempo per comprendere chi ci sia dietro la distruzione delle Arche e come fermarlo.

Thorn e Ofelia
La Memoria di Babel: la Recensione (illustrazione di Patricia Ly Foung)

La Memoria di Babel: la recensione

Intenso quanto e forse più dei suoi predecessori, La Memoria di Babel ci trasporta in una nuova avventura nel cuore delle Arche, la distesa di frammenti sopravvissuti alla Lacerazione. Le domande su ciò che ha scatenato la distruzione del mondo antico sono ancora tutte aperte e la Dabos gioca con i suoi lettori, stuzzicandoli con piccole rivelazioni prima di arrivare alle più gustose verità del finale.

Chi è davvero Dio? Chi ha distrutto il mondo? Cosa c’entra Ofelia in tutto questo?

Come già era successo per Fidanzati dell’Inverno e per Gli Scomparsi di Chiardiluna, è impossibile una volta iniziato interrompere la lettura di questo nuovo volume. La costruzione fine del mondo, la cura delle rivelazioni, delle sensazioni, delle emozioni dei personaggi che la Dabos infonde nei suoi romanzi sono magneti che spingono a divorare la storia pagina dopo pagina, con avidità.

Ne La Memoria di Babel, a colpire di più sono gli abitanti dell’Arca, i fedeli osservatori delle regole che però nascondono tutti un lato segreto, un’umanità celata sotto le divise impeccabili che il contatto con la sbadata Ofelia metterà invariabilmente alla luce.

A emozionare, è il rapporto che finalmente trova una concretizzazione tra Ofelia e Thorn. Dopo essersi cercati e girati attorno a lungo, i due trovano in questo terzo volume un punto d’incontro, in due tra le scene più dolci e belli che ricordo.

La Memoria di Babel: la Recensione (illustrazione di Patricia Ly Foung)

In Sintesi

Lo stile della Dabos è una carezza, la sua storia la più gustosa e dolce delle leccornie. L’Attraversaspecchi è una saga che si legge per sete di conoscenza, per voglia di avventura e per forte senso di empatia. Verso una protagonista che non potrebbe essere più umana, ma anche verso una rosa di personaggi unici che riescono a stupire ed emozionare in ogni nuovo capitolo.

La Memoria di Babel è un perfetto terzo volume, che si inserisce in una saga particolare e avvincente. Nell’attesa dell’arrivo del quarto e ultimo capitolo, che in lingua originale uscirà questo 28 Novembre con il titolo La Tempête des échos, vi invito a recuperare i primi tre se ancora non l’avete fatto.

Vi inoltrerete in un mondo capaci di sorprendervi, e dal quale non vorrete più uscire. Parola di lettrice.

Un ringraziamento sincero alle Edizioni e/o, che sapendo che avrei amato questo terzo volume me l’ha inviato pochi giorni prima dell’uscita.

Trama

Dopo due anni e sette mesi passati a mordere il freno su Anima, la sua arca, per Ofelia è finalmente arrivato il momento di agire, sfruttare quanto ha scoperto nel Libro di Faruk e saputo dai frammenti di informazioni divulgate da Dio. Con una falsa identità si reca su Babel, arca cosmopolita e gioiello di modernità. Basterà il suo talento di lettrice a sventare le trappole di avversari sempre più temibili? Ha ancora una minima possibilità di ritrovare le tracce di Thorn? Nel terzo volume della saga Christelle Dabos ci fa esplorare la meravigliosa città di Babel. Nel cuore di Ofelia vive un segreto inafferrabile, chiave del passato e, nello stesso tempo, chiave di un futuro incerto.

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Denise
Sono un’appassionata di scrittura e comunicazione digitale, studio Informatica Umanistica e lavoro alla Casa della donna di Pisa. Nella vita cerco di conciliare i diversi aspetti di me: la femminista, la letterata e l’informatica. Non sempre vanno d’accordo, ma per fortuna sono caparbia e continuo a insistere.

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