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Recensione L’uomo che inventò il Natale

Questa è la storia di come nasce una storia, la storia dietro Canto di Natale, un classico natalizio fra i più noti e amati. Il film L’uomo che inventò il Natale racconta la genesi del capolavoro di Dickens, l’artista dietro la sua creazione, il processo creativo e il travagliato percorso che lo portò a scrivere e pubblicare la sua opera in appena due mesi. Dopo aver visto questo delizioso film durante le vacanze di Natale, mi è rimasta una gran voglia di scriverne, dunque immergiamoci subito nella recensione dell’Uomo che inventò il Natale!

La trama

È l’autunno del 1843. Charles Dickens, dopo il successo di Oliver Twist, sta affrontando un periodo di difficoltà finanziarie: i suoi ultimi tre libri si sono rivelati un fallimento e sua moglie Kate è in attesa del quinto figlio. Sotto pressione, Dickens decide di rilanciare la sua carriera scrivendo un libro sul Natale, da pubblicare nel periodo delle feste. L’impresa sembra disperata: il tempo stringe e i suoi editori non lo sostengono nell’ambizioso progetto. Dickens non demorde e decide di pubblicare il libro di tasca propria. Gli spunti di ispirazione non mancano nel variegato panorama londinese e magicamente i personaggi del suo libro prendono vita davanti a lui. L’opera lo assorbe al punto che i rapporti con la famiglia iniziano a risentirne, così come le sue finanze. La sfida contro il tempo per completare il libro diventa anche una sfida per salvare se stesso e la sua vita familiare.

Recensione L’uomo che inventò il Natale

Il film, diretto nel 2017 da Bharat Nalluri e con Dan Stevens nel ruolo di Charles Dickens, ripercorre con un tocco di fiaba e di magia la faticosa genesi di Canto di Natale, scritto nel giro di sei settimane e pubblicato il 19 dicembre 1843. Il libro, stampato con una lussuosa rilegatura rigida in velluto rosso e bordi dorati, fu completato appena due giorni prima della data di pubblicazione. L’autoproduzione di quest’opera fu per Dickens un grosso investimento a livello personale e finanziario. Pare che l’autore abbia concepito la storia nel corso di lunghe passeggiate notturne e che una volta rientrato, si chiudesse nel suo studio a scrivere freneticamente, dove i familiari lo sentivano piangere, ridere e parlare da solo. Purtroppo, nonostante l’immediato successo dell’opera (che alla vigilia di Natale aveva già venduto 6000 copie), i costi di produzione erano stati talmente alti che Dickens ne ricavò profitti limitati.

Recensione L’uomo che inventò il Natale

Tra realtà e fantasia

Uno degli aspetti più affascinanti del film è la fusione tra il piano della realtà e quello della letteratura: i personaggi del racconto invadono il mondo e la vita di Dickens, interagendo con lui e dimostrandosi particolarmente ribelli e testardi, al punto che l’autore ne perde quasi il controllo. Ma è anche la realtà a prendere possesso dell’opera letteraria, con gli amici e i familiari di Dickens trasposti nel racconto dalla fantasia dell’autore: il piccolo Tim è il nipotino Henry, la domestica irlandese Tara è il fantasma del Natale passato, Scrooge è un vecchio avaro incontrato a un funerale solitario nella notte.

È proprio rapportandosi con i suoi personaggi che Dickens subisce un’evoluzione non troppo diversa da quella di Scrooge. Inizialmente disilluso, insoddisfatto e irritabile, attraverso la scrittura affronta un processo creativo quasi catartico, che lo porta a confrontarsi con il passato e il presente. Si ripercorre l’infanzia di Dickens, la traumatica esperienza come operaio in una fabbrica di lucido da scarpe, il rapporto con il padre irresponsabile e scialacquatore. Scontrandosi con i suoi personaggi (in particolare con Scrooge), Dickens supera il blocco dello scrittore, riallaccia i rapporti con il padre e riesce a lasciarsi il passato alle spalle.

L’invenzione del Natale

Nel film si fa riferimento al fatto che il Natale, all’epoca, fosse una tradizione ormai in disuso, fuori moda, e che Dickens abbia contribuito a reinventarla. In realtà, l’epoca vittoriana vede un fiorire di tradizioni natalizie vecchie e nuove (ad esempio l’uso dell’albero addobbato) e Dickens aveva scritto storie natalizie già prima del 1843. Non c’è dubbio, però, che con Canto di Natale Dickens abbia contribuito a codificare il Natale così come lo conosciamo. La frase «Merry Christmas» divenne popolare con il successo del libro, mentre dopo la pubblicazione in Gran Bretagna si assistette a un aumento delle offerte ai bisognosi.

Se questa recensione dell’Uomo che inventò il Natale vi avesse incuriositi (e messo voglia di godere ancora per un po’ dell’atmosfera natalizia), potete trovarlo su Netflix.

Se invece siete in cerca di ispirazione per altri titoli natalizi, potete trovare qui alcuni suggerimenti.

A me non resta che augurarvi buon proseguimento delle feste natalizie e… bubbole!

Elisa
La lettura è stato il mio primo amore, le lingue straniere il secondo. Traduttrice, bibliotecaria, appassionata di letteratura per l'infanzia, classici letterari, femminismo, cucina e cinema. Credo fermamente che un adulto creativo sia un bambino sopravvissuto.

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