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Recensione UT di Corrado Roi e Paola Barbato


“L’umanità è scomparsa, quel che resta del pianeta è popolato da nuove specie simili all’uomo ma governate solo da bisogni primordiali. UT è una creatura elementare, feroce e infantile, incaricata dall’entomologo Decio di sorvegliare un antico sepolcro. Da lì un giorno emerge un individuo diverso da tutti gli altri. Si chiama Iranon, e non ricorda nulla di sé. La sua comparsa rompe gli equilibri, c’è chi lo teme, chi lo brama, chi vuole strumentalizzarlo per ragioni oscure. UT, incaricato di sorvegliarlo, lo accompagnerà di malavoglia, fino a quando tra i due non si stabilirà uno strano legame.”

È arrivata in edicola e in fumetteria il 25 Marzo la nuova miniserie Bonelli, creata su un'idea di Corrado Roi con l'aiuto di Paola Barbato, e disegnata da Roi stesso, che andrà avanti per sei numeri a cadenza mensile. Io ho recuperato il primo volume, Le vie della fame, in notevole ritardo al Salone del Libro di Torino, in edizione variant disegnata da Jacopo Camagni, e autografato dai due autori presenti in fiera. Ut rappresenta un'assoluta novità in casa Bonelli per molti versi, dall'uscita in contemporanea in edicola e fumetteria, all'ambientazione post-umana, fino alla scelta del personaggio principale, una creatura sconosciuta e a tratti primitiva. Com'è raccontato in questa edizione variant, l'idea è nata quando Corrado Roi aveva sedici anni, così come il primo schizzo di questo strano personaggio; solo nel 2005 però il creatore è riuscito ad illustrarla e renderla comprensibile quel tanto che bastava affinché Paola Barbato riuscisse, con grande fatica e un incredibile lavoro, a riordinarla e concretizzarla in quello che sarebbe diventato poi Ut.

Tutto il primo volume in sé è un viaggio nella mente del suo creatore, un percorso a tratti incomprensibile e misterioso, che ci trascina in un mondo quasi alieno, dove la razza umana si è estinta e nuove creature voraci ed istintive vivono a stretto contatto, in un clima di lotta silente ed ostilità; devo essere sincera, terminato il primo volume la mia impressione non è stata del tutto positiva, e pensandoci bene credo dipenda dal fatto che sono riuscita a capire molto poco di quello che gli autori hanno scelto di narrare.

Tutta la vicenda de Le vie della fame infatti resta oscura, quasi sconnessa, con eventi che paiono poco concatenati e soprattutto poco chiari; arrivati all'ultima pagina sono più le domande aperte delle risposte chiarite; non è facile giudicare quindi un'opera di cui non si è riusciti a penetrare il senso, il cuore e il fulcro. Mi dispiace però dover constare che questa mia incapacità di comprendere la storia mi rende poco incline a volerla continuare: in questo volume infatti manca del tutto un elemento chiave che spinga il lettore a volerne proseguire la lettura; certo, l'ambientazione è abbastanza particolare da suscitare curiosità, e anche i vari personaggi, Ut per primo, sono sufficientemente bizzarri da colpire, ma non si riesce a trovare un accenno, una scintilla che inciti a comprare il volume successivo.
Certo, l'appassionata bonelliana che è in me ha lo stimolo a comprare il secondo volume, ma è più il desiderio di trovare in questa storia il fascino che ho trovato in molte altre di questa famiglia, piuttosto che un vero interesse nelle vicende narrate in Ut.
Anche il tratto dei disegni purtroppo non aiuta, almeno non lo fa con me: lo stile di Roi infatti è molto sporco, poco dettagliato, quasi abbozzato: le linee preparatorie rimangono pressoché sempre anche nella tavola finale, i tratti somatici dei personaggi in certe tavole sono solo accennati, le ombre sono rese per sovrapposizione di linee che restano evidenti; questi elementi contribuiscono ad accentuare la sensazione di effimero, distante, sconnesso e poco comprensibile.

A fine lettura l'impressione che resta è quella di aver sorvolato un mondo distante, estraneo, etereo, senza però esservi penetrati, senza esserne rimasti coinvolti e catturati; è veramente un peccato, soprattutto perché si riesce a scorgere, dietro a tutte queste pecche, un'idea di base buona, che sarebbe potuta essere più accattivante, più coinvolgente di così. Non so dirvi se continuerò con la lettura della serie, la fiducia in un miglioramento contrasta con la paura di investire soldi in qualcosa che potrebbe rivelarsi deludente.
Se però voi l'avete letta, e l'avete apprezzata, in questo primo volume e soprattutto nei seguenti, raccontatemi la vostra esperienza di lettura, ditemi cosa avete trovato in Ut, quali elementi vi hanno affascinato, se siete riusciti a trovarci una chiave di lettura. Chi lo sa, magari riuscirete a trasmettermi, a donarmi lo stimolo che mi manca per continuare.


Maggiori dettagli:


UT di Corrado Roi e Paola Barbato
N° 1 LE VIE DELLA FAME
Periodicità: mensile
Uscita: 25/03/2016
Soggetto, disegni e copertina: Corrado Roi
Sceneggiatura: Paola Barbato
Casa Editrice: Sergio Bonelli Editore
Pagina facebook: UT-Sergio Bonelli Editore
Prezzo: 4€

Dopo la scomparsa dell’Uomo, quel che resta del pianeta è popolato da nuove specie antropomorfe, governate solo dai loro bisogni primordiali. UT è una creatura elementare, feroce e infantile, i cui compiti sono cercare insetti per l’entomologo Decio e sorvegliare un’antica mastaba. Da lì, un giorno, emerge accidentalmente un individuo diverso da tutti gli altri, Iranon, enorme, frastornato e privo di memoria. Decio incarica UT di non perderlo mai di vista, perché “è il solo esemplare della sua specie”. La comparsa di Iranon, però, non è passata inosservata, e gli equilibri faticosamente conquistati inizieranno a saltare…

Gli autori:
Corrado Roi
È nato l'11 febbraio 1958 a Laveno Mombello (Varese), dove tuttora vive e lavora. Appena sedicenne, entra a far parte, con altri esordienti, dello studio diretto da Graziano Origa. Disegna “Rick Zero” per la testata “Adamo” della Corno. Negli anni Ottanta, collabora con la Ediperiodici, “Il Monello” e lo Staff di If, di Gianni Bono. Nel 1986, entra in contatto con la Bonelli, disegnando qualche storia di Mister No e Martin Mystère, per passare stabilmente nella pattuglia dei “dylandoghiani”. Ha collaborato con le Case editrici Comic Art, Glamour e Mondadori. Tra un numero e l'altro di Dylan Dog ha disegnato anche uno speciale estivo di Nick Raider, ha lavorato per Brendon (di cui è stato il copertinista dal numero 1 al 44), Julia, Magico Vento e Dampyr. Sue le copertine di Dylan Dog Granderistampa.

Paola Barbato:
Nasce a Milano il 18 giugno 1971, ma vive a Verona con il compagno e le figlie Virginia, Ginevra e Melania. Dopo mille lavori diversi, approda alla scrittura con una raccolta di racconti, mai pubblicati, che però suscitano la curiosità del curatore editoriale di Dylan Dog, Mauro Marcheselli, che la invita a cimentarsi con un soggetto dell’Indagatore dell’Incubo. L’esordio nel mondo orrorifico di Dylan Dog avviene nel 1998 con l’albetto allegato allo Speciale n. 12, “La preda umana”, dal titolo “Il cavaliere di sventura”. Sulla serie regolare di Dylan Dog, il suo debutto è dell'anno successivo con “Il sonno della ragione”, a cui fanno seguito numerose altre avventure. Per la nostra Casa editrice, collabora anche alle serie “Romanzi a Fumetti” e “Le Storie”. Il suo esordio in libreria, invece, avviene nel 2006 con il thriller “Bilico”, seguito nel 2008 da “Mani nude” e nel 2010 da “Il filo rosso”. Nel 2008 scrive il soggetto e collabora alla sceneggiatura di una fiction per Sky, “Nel nome del male”. Ha scritto anche per il cinema e per il teatro.

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Denise
Sono un’appassionata di scrittura e comunicazione digitale, studio Informatica Umanistica e lavoro alla Casa della donna di Pisa. Nella vita cerco di conciliare i diversi aspetti di me: la femminista, la letterata e l’informatica. Non sempre vanno d’accordo, ma per fortuna sono caparbia e continuo a insistere.

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