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Recommendation Monday: Consiglia un libo ambientato nel Paese o città in cui trascorrerai le vacanze


Recommendation Monday
Consiglia un libo ambientato nel Paese o città in cui trascorrerai le tue vacanze

Cari Chiacchieroni, vi propongo questa rubrica settimanale che ho scoperto sul blog di Una Fragola al Giorno.

Come funziona?
Ogni lunedì vi proporrò il titolo di un libro che rientri in una delle categorie prescelte dalla rubrica. Se poi volete lasciarmi i vostri commenti qui sotto con le vostre proposte sarò felicissima di leggerle 🙂

La Categoria di questo lunedì è: Consiglia un libo ambientato nel Paese o città in cui trascorrerai le tue vacanze

Devo ammettere che questa categoria è per me molto: ti piace vincere facile?
Per chi non lo sapesse infatti, io sono sarda, quindi trascorrerò la maggior parte delle mia vacanze nella mia isola, tra sole, mare e festose sagre di paese. È stato quindi molto semplice trovare un libro per questa categoria; tra tutti quelli letti ambientati in Sardegna, ho scelto di consigliarvi Accabadora di Michela Murgia perché è un libro che ho apprezzato moltissimo e che secondo me è poco conosciuto e molto sottovalutato.
Michela Murgia ci trasporta con le sue parole in un piccolo paese dell'entroterra sardo ricco di mistero e “magia”; la storia che ci narra, è una ricca finestra sulle tradizioni della mia terra, sulle superstizioni e soprattutto sulla forza delle donne.
Un romanzo che consiglio a tutti quelle che, sardi e non, desiderano conoscerne le sfacettature più nascoste e intriganti.

Trama:
Perché Maria sia finita a vivere in casa di Bonaria Urrai, è un mistero che a Soreni si fa fatica a comprendere. La vecchia e la bambina camminano per le strade del paese seguite da uno strascico di commenti malevoli, eppure è così semplice: Tzia Bonaria ha preso Maria con sé, la farà crescere e ne farà la sua erede, chiedendole in cambio la presenza e la cura per quando sarà lei ad averne bisogno. Quarta figlia femmina di madre vedova, Maria è abituata a pensarsi, lei per prima, come “l'ultima”. Per questo non finiscono di sorprenderla il rispetto e le attenzioni della vecchia sarta del paese, che le ha offerto una casa e un futuro, ma soprattutto la lascia vivere e non sembra desiderare niente al posto suo. “Tutt'a un tratto era come se fosse stato sempre così, anima e fili'e anima, un modo meno colpevole di essere madre e figlia”. Eppure c'è qualcosa in questa vecchia vestita di nero e nei suoi silenzi lunghi, c'è un'aura misteriosa che l'accompagna, insieme a quell'ombra di spavento che accende negli occhi di chi la incontra. Ci sono uscite notturne che Maria intercetta ma non capisce, e una sapienza quasi millenaria riguardo alle cose della vita e della morte. Quello che tutti sanno e che Maria non immagina, è che Tzia Bonaria Urrai cuce gli abiti e conforta gli animi, conosce i sortilegi e le fatture, ma quando è necessario è pronta a entrare nelle case per portare una morte pietosa. Il suo è il gesto amorevole e finale dell'accabadora, l'ultima madre.

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Denise
Sono un’appassionata di scrittura e comunicazione digitale, studio Informatica Umanistica e lavoro alla Casa della donna di Pisa. Nella vita cerco di conciliare i diversi aspetti di me: la femminista, la letterata e l’informatica. Non sempre vanno d’accordo, ma per fortuna sono caparbia e continuo a insistere.

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