Gialli, Thriller e Horror, Recensioni

Alla ricerca del Principe Dracula – recensione

Alla ricerca del Principe Dracula di Kerri Maniscalco è il secondo libro di una quadrilogia gotico vittoriana. Se non avete letto il primo libro vi rimando alla recensione del primo volume Sulle tracce di Jack lo Squartatore. E vi avviso già da ora che in questo caso nell’articolo potrebbero esserci degli spoiler.
Prima di andare però sappiate una cosa, è una di quelle rare saghe in cui il secondo volume è più bello del primo. Spero che la saga continui così!

Trama

Alla ricerca del Principe Dracula di Kerri Maniscalco

(Da OscarMondadori.it)
Dopo aver scoperto con orrore la vera identità di Jack lo Squartatore, Audrey Rose Wadsworth lascia la sua casa nella Londra vittoriana per iscriversi – unica donna – alla più prestigiosa accademia di Medicina legale d’Europa. Ma è davvero impossibile trovare pace nell’oscuro, inquietante castello rumeno che ospita la scuola, un tempo dimora del malvagio Vlad l’Impalatore, altrimenti noto come Principe Dracula.

Strane morti si susseguono, tanto da far mormorare che il nobile assetato di sangue sia tornato dalla tomba. Così Audrey Rose e il suo arguto compagno, Thomas Cresswell, si trovano a dover decifrare gli enigmatici indizi che li porteranno all’oscuro assassino. Vivo o morto che sia.

Quattro chiacchiere su Alla ricerca del Principe Dracula

Non è frequente che i seguiti siano superiori ai primi volumi di una saga ma, come ho detto all’inizio, questo secondo volume lo reputo decisamente superiore al primo. Penso che il mio giudizio sia dovuto, in gran parte, al fatto che sono finalmente riuscita a comprendere le emozioni e i conseguenti comportamenti di Audrey Rose. Era proprio il fatto che non riuscivo ad simpatizzare con la protagonista che mi aveva fatto storcere il naso nel primo volume.

Ha vissuto una tragedia e ne è uscita a pezzi, forse proprio per questo il suo carattere mi sembra così tanto più motivato rispetto al volume precedente. Non si parla più solo di una ragazza fuori dagli schemi che non sa bene cosa vuole, ma di una protagonista con un grosso trauma da superare, che si porterà dietro gli strascichi di ciò che ha vissuto per tutto il seguito della storia. Dopotutto, come puoi fidarti nuovamente di qualcuno quando in passato a tradirti è stata la persona di cui ti fidavi di più?

Come nel primo…

La scrittrice dimostra un’ottima conoscenza degli eventi storici e delle informazioni di medicina forense che inserisce all’interno del romanzo. Esplicitando poi il suo lavoro di ricerca al termine del romanzo, dove inserisce diverse pagine in cui racconta al lettore quali sono le parti vere e quali quelle da lei rielaborate. È un lavoro che apprezzo particolarmente, perché fa trasparire la passione che la scrittrice ha messo nella creazione della sua storia.

Un altro elemento che mi è piaciuto ritrovare all’interno di questo secondo romanzo riguarda la scelta di inserire al termine della storia qualche pagina dedicata al punto di vista di Thomas. Nel primo numero quest’ultima parte, che mi era servita per rivalutare la figura di Audrey Rose, mentre in questo volume si mostra maggiormente anche la figura di Thomas. L’autrice ha infatti inserito uno scambio epistolare tra quest’ultimo e la sorella Daciana avvenuto nel corso del primo romanzo. Un ottimo modo per regalare un pizzico di dolcezza per stemperare i toni del romanzo.

Il femminile tra libertà e matrimonio

Audrey Rose si ritrova a dover fare i conti con una società patriarcale in cui la libertà della donna è completamente sottomessa alle volontà dei parenti maschi prima e del marito poi. Per questo motivo il suo rapporto con Thomas non può che essere difficoltoso. Per quanto lui la ammiri e la desideri proprio per la forte indipendenza della ragazza, uscire completamente fuori dagli schemi di una società fortemente maschilista è difficile.

Come può una ragazza che vuole vivere libera di scegliere per se stessa prendere una strada che la porterà ad avere un uomo che dovrà scegliere per lei?

Proprio per il fatto che i romanzi sono scritti in prima persona, avere un buon feeling con la protagonista è un elemento essenziale per poter apprezzare al meglio la trama. In questo romanzo la dicotomia che attanaglia Audrey Rose è meglio delineata, o forse anche stemperata dalla tragedia che ha vissuto. Ed in questo modo il lettore può comprendere meglio i suoi sentimenti contrastanti. Kerri Maniscalco è riuscita, in questo volume più che nel precedente, a dare giustizia a questo tormento interiore. Ed in questo caso la scrittura in prima persona è stata capace di dare il giusto risalto ai suoi dubbi e i suoi tormenti.

separatore

Il libro rientra nelle seguenti categorie della Book Challenge 2020:
3 – 10 – 26 – 27 – 48

Valentina on FacebookValentina on InstagramValentina on Wordpress
Valentina
Lettrice onnivora, educatrice, mamma.
Dei libri amo la capacità di mostrare la complessità del mondo che ci circonda, forse per questo tra i miei generi preferiti rientrano fantascienza, fantapolitica, fiabe tradizionali e saggistica.

Lascia un commento