Narrativa Contemporanea, Recensioni

Finché il caffè è caldo – Recensione

Amore. È questa la prima parola che mi viene in mente pensando a Finché il caffè è caldo di Toshikazu Kawaguchi. Amore in tutte le sue forme: romantico e familiare, di lunga data o ancora in crescita.
Come esseri umani le relazioni sociali sono un nostro bisogno primario, ma alcune volte le diamo per scontate. Pensiamo che ci possa essere sempre un altro momento per poter dire quello che vorremmo, per poi accorgerci troppo tardi che quel momento è passato.

Questo libro da la possibilità di riflettere sui momenti mancati, sull’importanza di manifestare i nostri sentimenti quando ne abbiamo ancora l’occasione. Perché a noi non è concessa la possibilità di tornare indietro nel tempo per porre rimedio al nostro non agire.

Il libro è una nuova pubblicazione Garzanti, quindi se non ne aveste ancora sentito parlare vi lascio qui di seguito una breve trama tratta dal loro sito, dopodiché facciamo quattro chiacchiere più nello specifico.

Trama

In Giappone c’è una caffetteria speciale. È aperta da più di cento anni e, su di essa, circolano mille leggende. Si narra che dopo esserci entrati non si sia più gli stessi, che bevendo il caffè sia possibile rivivere il momento della propria vita in cui si è fatta la scelta sbagliata, si è detta l’unica parola che era meglio non pronunciare, si è lasciata andare via la persona che non bisognava perdere. Si narra che con un semplice gesto tutto possa cambiare. Ma c’è una regola da rispettare, una regola fondamentale: bisogna assolutamente finire il caffè prima che si sia raffreddato.

Cover Finché il caffè è caldo di Toshikazu Kawaguchi
Finché il caffè è caldo

Non tutti hanno il coraggio di entrare nella caffetteria, ma qualcuno decide di sfidare il destino e scoprire che cosa può accadere. Qualcuno si siede su una sedia con davanti una tazza fumante. Fumiko, che non è riuscita a trattenere accanto a sé il ragazzo che amava. Kotake, che insieme ai ricordi di suo marito crede di aver perso anche sé stessa. Hirai, che non è mai stata sincera fino in fondo con la sorella. Infine Kei, che cerca di raccogliere tutta la forza che ha dentro per essere una buona madre.

Ognuna di loro ha un rimpianto. Ognuna di loro sente riaffiorare un ricordo doloroso. Ma tutti scoprono che il passato non è importante, perché non si può cambiare. Quello che conta è il presente che abbiamo tra le mani. Quando si può ancora decidere ogni cosa e farla nel modo giusto. La vita, come il caffè, va gustata sorso dopo sorso, cogliendone ogni attimo.

ECCO LE REGOLE DA SEGUIRE:

  • Le uniche persone che si possono incontrare sono quelle entrate nel caffè;
  • Qualunque cosa si faccia nel passato questo non cambierà il presente;
  • Bisogna sedersi solo ed esclusivamente sulla sedia della donna in abito bianco, se si prova a sedersi con la forza si viene maledetti;
  • Quando si viaggia nel tempo si può rimanere solo su quella sedia, alzarsi vuol dire tornare al proprio tempo;
  • Non lasciare per alcuna ragione che il caffè si raffreddi.

Quattro chiacchiere sul libro

Con tutte queste regole, perché una persona dovrebbe voler viaggiare nel tempo? Voi sareste interessati a farlo?
La prima impressione è che la storia sia solo un po’ folle, non sembra esserci un reale motivo per voler viaggiare nel tempo a quelle condizioni.

Andando avanti con la lettura, però, ci si rende conto che il cambiamento più importante non è quello del corso degli eventi. Questo perché, in ogni caso, è come noi decidiamo di affrontare ciò che accade che può modificare il nostro percorso. Si ritorna un po’ al tema che abbiamo trattato nell’ultima Newsletter di Chiacchiere Letterarie: dobbiamo ricordarci di valore al nostro tempo.

A questo punto il cambiamento del presente diventa secondario rispetto al viaggio nel tempo. Il focus si sposta piuttosto su come il nostro atteggiamento possa cambiare il futuro grazie ai momenti in più che ci prendiamo. Grazie a quell’attimo che decidiamo di dedicare all’altro.
Per quanto mi riguarda è proprio questo il messaggio più forte che viene trasmesso in questo libro: diamo importanza ad ogni momento.

Noi non abbiamo la possibilità di viaggiare nel tempo, non possiamo tornare indietro per chiedere quella spiegazione in più o esprimere i nostri sentimenti. La nostra vita scorre su una linea retta nella quale possiamo andare solo in una direzione, per non rischiare di perderci neanche un attimo di questa strada, però, dobbiamo avere anche il coraggio di rischiare. Di esporci e di renderci indifesi mettendo l’orgoglio da parte, cercando di valutare bene quali sono le nostre priorità.

Non mi capitava da tanto che un libro mi facesse emozionare così tanto, forse perché ha toccato nervi scoperti, riuscendo ad esprimere a parole concetti che da un po’ cercavo di elaborare. Quello di cui sono sicura è che ancora una volta la narrativa giapponese riesce a suonare corde che tutti gli altri faticano anche solo a raggiungere.

Qualcosa sui viaggi nel tempo

Se seguite Chiacchiere Letterarie da un po’ sapete quanto ami il tema dei viaggi nel tempo e scoprire come questo tema venga trattato dai diversi autori e tocchi i diversi generi. Per questo non posso esimermi dal fare due chiacchiere anche sul come il tema dei viaggi nel tempo sia stato trattato in Finché il caffè è caldo.

È sicuramente uno dei sistemi più particolari che io abbia mai affrontato e con tutte le regole e le limitazioni che l’autore ha inserito credo che sia il più realistico tra quelli che ho letto sin’ora. Certo non è un libro di fantascienza, quindi non è proprio indicato paragonarlo alle mie ultime letture sui viaggi nel tempo.
Al contrario però mi ha ricordato moltissimo Quando cadrà la pioggia tornerò di Takuji Ichikawa. Trovo molto interessante vedere come nella letteratura giapponese i viaggi nel tempo siano spesso legati a tematiche molto umane, come i sentimenti e le relazioni. Ora sono curiosa di recuperare un fantascientifico giapponese sui viaggi nel tempo, per vedere su cosa si mette il focus in quel caso.
Avete consigli di lettura per me?

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Concludo ringraziando la Garzanti per avermi fornito la copia digitale di questo libro.

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Valentina
Lettrice onnivora, educatrice, mamma.
Dei libri amo la capacità di mostrare la complessità del mondo che ci circonda, forse per questo tra i miei generi preferiti rientrano fantascienza, fantapolitica, fiabe tradizionali e saggistica.

5 thoughts on “Finché il caffè è caldo – Recensione

  1. l’ho appena terminato
    molto bello e diverso dal solito
    la tematica del viaggio nel tempo e nel cuore affrontato in modo originale
    con la voglia di bere caffè mentre lo leggevo
    ciao
    vittorio

    1. Concordo! Ti dirò anche che, se non fosse che purtroppo si era in isolamento mentre leggevo questo libro, mi sarebbe piaciuto tanto leggerlo seduta al tavolino del bar sotto casa, sarebbe stata un’esperienza estremamente romantica. Un’immersione quasi perfetta nell’ambientazione.

  2. Ho finito di leggerlo in una mattina, divorato!
    Mi ha dato una finestra di leggerezza ed al contempo anche di riflessione su momenti passati ed attuali. Concordo con l’ idea tenerissima e bellissima del leggerlo al “tavolino del bar sotto casa” ma ,ahimè, qui è zona rossa dove sto io.

    1. Anche qui siamo ancora in zona rossa. Ammetto che prendermi un po’ di tempo per me al mio baretto preferito, rileggendo qualche passaggio di questo romanzo, è una delle prime cose che farò appena tutto questo sarà finito!

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