Recensioni

Intervista a Francesca Angelinelli


Cari Chiacchieroni, sono felicissima di inaugurare questa nuova avventura, quella delle interviste agli autori.
Iniziamo con l'intervista ad un'autrice conosciuta proprio grazie a Chiacchiere Letterarie.
Si tratta di Francesca Angelinelli, autrice fantasy di grande talento che avete già visto qui sul blog in varie segnalazioni e soprattutto nella recensione di Haibane, un fantasy orientale che la sottoscritta ha divorato e adorato.
In questi giorni sta uscendo una raccolta di racconti (di cui potere leggere la mia recensione qui), Le avventure di Chariza. È già disponibile il primo racconto, Il Drago Rosso, apertura del volume e del mondo di Chariza appunto.

Ma bando alle ciance e lasciamo che sia Francesca a dirvi di più:


I:. Ciao Francesca, innanzitutto grazie per aver accettato di fare questa chiacchierata con noi. Ti va di presentarti ai lettori del blog?

F:Certo!
Sono un’archeologa mancata, un’appassionata di oriente e un’impiegata a tempo perso, con la passione per i cani da caccia.

I: Tu scrivi principalmente fantasy e alcune delle tue opere sono ambientate in un mondo fantasy orientale. Da dove nasce la tua passione per la cultura orientale e per il fantasy in generale? Quali sono i tuoi idoli, i tuoi mentori?

F:La passione per l’oriente nasce quando, a circa un anno, mi sono ammalata di varicella in tandem con papà e lui ha pensato bene che le favole fossero noiose e che per farmi stare buona fosse assai meglio leggermi Shogun.
Non c’è altra spiegazione, perché fino a che non sono stata abbastanza adulta e indipendente da potermi comprare libri, manga e film o da poter andare per fiere ed eventi, non ho avuto molto modo di sfogare questo mio interesse. Poi mi sono rifatta, alla grande! E ho anche iniziato a praticare kyudo, il tiro con l’arco giapponese.
Poi, un giorno, mentre vagavo per la Feltrinelli di Milano, ho trovato i libri di Ueda Akinari… e ho capito cosa volevo fare da grande.
Per quanto riguarda il fantasy, ebbene sì, io sono fan di Marion Zimmer Bradley e ho amato soprattutto le sue antologie in cui dava spazio a molte autrici di pubblicare i loro racconti. E lì scoprì Diana Paxton, che ho amato follemente per quanto assai poco pubblicata in Italia.

I: Il genere che hai scelto, il fantasy orientale e non, per adulti, è un genere non molto richiesto in questo periodo. Ti è mai venuta la tentazione di spostarti ad un genere più venduto, più richiesto e seguito?

F:No, nel senso… scrivo anche altro. Ho pubblicato un paranormal romance sui licantropi e uno urban fantasy sui vampiri, un fantasy eroico ambientato in un mondo ispirato all’antica Roma, sto scrivendo uno YA sulle fate e devo rivedere un fantasy a tema angelico. Solo che sono tutte cose che ho fatto perché mi andava, perché mi veniva in mente una storia, pensavo a un personaggio, ascoltavo una canzone che richiamava un’atmosfera e allora… perché no? Ma non ho mai pensato “scrivo quella roba lì, così vendo”.
Non scrivo per diventare famosa e meno che mai ricca; sono sempre stata in perdita da che ho iniziato a pubblicare, anche quando avevo degli editori. Scrivo perché mi piace, mi diverte. Scrivo quello che vorrei leggere e le storie fantasy orientali che voglio io spesso non sono tradotte nemmeno in inglese.
Poi capita che quello che scrivo semplicemente arrivi… che piaccia, che susciti qualcosa e allora sono felice di aver condiviso un’emozione, una passione, un qualcosa di bello.
Pubblico perché credo che un libro sia completo nel momento in cui viene letto, ma se scrivessi qualcosa forzatamente, solo per essere più seguita, allora i lettori lo capirebbero, sarebbe finto e sono abbastanza sicura che non durerebbe un giorno.
Invece ho lettori che dal 2007, anno della prima edizione del romanzo di Chariza, a oggi, ancora mi seguono. Pochi, ma a cui evidentemente ho lasciato qualcosa di positivo.

I: Hai all'attivo parecchie pubblicazioni, alcune di queste presso Case Editrici, ma ora hai scelto lo strumento del digitale e soprattutto del self-pubblishing per le tue opere. Da cosa dipende questa scelta?

F:Dalla delusione. Dal fatto che dopo l’ultima esperienza, di cui cerco di parlare poco perché purtroppo il contratto è ancora in essere, stavo pensando di mollare il colpo.
Onestamente, ho incontrato tantissimi bravi illustratori, ho trovato una ragazza fantastica che è un’editor meravigliosa, Valentina Camarda, posso gestire liberamente cosa e quando pubblicare, ho talmente tanti arretrati inediti che praticamente posso riempire un catalogo di una casa editrice. Ma chi me lo fa fare di avere di nuovo a che fare con una categoria che, a me personalmente, ha mostrato il suo lato peggiore?

I:La tua preferenza per il digitale si riflette anche sulle tue letture o quando si tratta di leggere sei più tradizionalista e affezionata al cartaceo?

F:No, no… ebook tutta la vita! La più grande invenzione del secolo!
Io abito in un bilocale, non avrei mai il posto per tutti i libri che ho nel magico kindle!

I: Sainan, Chariza, le tue protagoniste sono donne forti ed indipendenti. Quanto di te e delle tua visione del mondo c'è in loro?

F:Tutto e niente. Nel senso che non sono me, sotto mentite spoglie. Non mi è mai piaciuto mettere me stessa nei miei personaggi, mi piace che siano esseri indipendenti, con una vita e una storia proprie. Però sono comunque frutto della mia fantasia. C’è una certa indipendenza in me, ad esempio, che si riflette in loro.

I:C'è un libro in particolare tra quelli che hai scritto al quale sei più legata o non fai distinzioni tra le tue creature?

F: Ho un figlio prediletto, sono una madre degenere.
Chariza per me resta qualcosa di speciale, un’esperienza impagabile per quello che mi ha dato, dalla prima riga de “Il Drago Rosso”, il primo racconto con cui è nata, a… tutto quello che ha da venire. Perché ogni racconto dello Si-hai-pai, della serie Ryukoku, in realtà deve la sua esistenza a lei.
Poi, devo dire, che il seguito dell’ultimo romanzo pubblicato con una CE, su cui sto lavorando da una vita (dal 2005) è un’altra di quelle creature speciali per cui darei un braccio piuttosto che finirla tanto per finirla. E infatti, “Kizu no Unmei” è lì… tra color che son sospesi.

I: Cosa si prova a pubblicare un libro e sapere che si troverà nelle mani di lettori e blogger? Prevale l'attesa e poi la gioia per i pareri positivi o la paura per quelli negativi?

F: Paura per quelli negativi mai!
La primissima recensione di Chariza fu un massacro, ma fatto anche con puntiglio. E mi portò benissimo!
Io penso che i lettori e i blogger (che alla fine sono lettori e non creature mitologiche) siano persone intelligenti e qualsiasi parere vada accettato e messo in saccoccia per il prossimo libro. Poi… le mie creature sono lì, a disposizione di chi avrà voglia di perderci un po’ di tempo e se piaceranno, ma soprattutto se lasceranno qualcosa a chi le leggerà, vorrà dire che ho fatto il mio dovere, altrimenti significa che c’è ancora tanto da lavorare.

I: Da questa settimana è acquistabile la tua ultima fatica, La Avventure di Chariza, una raccolta di racconti sulla tua Combattente della Trasparenza. A quando la ripubblicazione della serie originale dedicata a Chariza?

F:Sì, dal 27/05 è disponibile “Il Drago Rosso” e dal 03/06 l’antologia completa. Non mi sembra vero!
Mentre per il romanzo, diciamo… prima di Natale ci saranno novità. Devo ancora valutare se sarà novembre o dicembre, ma comunque prima della fine dell’anno uscirà, finalmente, in un unico degno volume, sia ebook che cartaceo, il romanzo così come lo avevo immaginato: “Chariza, il soffio del vento”.
Con l’editing di Valentina e la copertina di Sara Forlenza.
È quasi liberatorio poterlo dire. Come mettere un punto, chiudere una porta e spalancare finalmente il portone.

I: Quali sono i tuoi progetti futuri? Hai già in mente qualche nuova storia da scrivere o hai già qualcosa di pronto da regalare ai lettori?

F:Miliardi di idee… mille cose pronte da anni nel pc.
Da qui a settembre ripubblicazoni. Due racconti, “I vampiri di Versailles” e “Il cacciatore di elfi”, poi il paranormal romance “Werewolf”. Per l’anno nuovo un racconto e un’antologia sempre di ispirazione orientale, entrambi già pronti.
Poi tutte le cose nuove, un romanzo sugli angeli, una serie YA dedicata alle fate, alcuni racconti fantasy da sistemare e poi… c’è sempre “Kizu no Unmei” da finire.

I:Per finire, cosa consiglieresti a chi s'immerge nel complicato mondo della scrittura e della creazione?

F:Sono la persona meno adatta per dare consigli, perché quando inizio un nuovo progetto lo spirito della Signorina Rottermeier si impadronisce di me e inizio a fare schemi, prendere appunti, organizzare, progettare, studiare…
Ma siccome conosco gente bravissima che ha scritto interi romanzi senza fare uno schema… fate come vi pare, basta che vi divertiate.

Grazie mille per averci dedicato il tuo tempo, speriamo di rivederti presto qui su Chiacchiere Letterarie e non vediamo l'ora di poter leggere il tuo prossimo lavoro.

F:Un caro saluto a tutti e ci vediamo in libreria!

E niente Chiacchieroni, l'intervista finisce qui. Non so come esprimere la felicità che mi ha regalato Franscesca accettando di farsi intervistare, è stato bellissimo preparare delle domande e scoprire poi le sue risposte ed è stata gentilissima a rispondere in così breve tempo.

Quindi un grazie sincero Francesca, ti auguro davvero tanta tanto fortuna per il futuro, che le tue opere possano arrivare a toccare il cuore di tanti lettori come hanno fatto con la sottoscritta.

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Denise
Sono un’appassionata di scrittura e comunicazione digitale, studio Informatica Umanistica e lavoro alla Casa della donna di Pisa. Nella vita cerco di conciliare i diversi aspetti di me: la femminista, la letterata e l’informatica. Non sempre vanno d’accordo, ma per fortuna sono caparbia e continuo a insistere.

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