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Recensione Ancillary Justice – Sword – Mercy di Ann Leckie

Prosegue il nostro progetto di recupero della fantascienza contemporanea, al quale oggi aggiungiamo un nuovo tassello: la Recensione di Ancillary di Ann Leckie. Questo articolo, come avrete letto dall’immagine in evidenza, è parte di un evento tra blogger. Esce infatti oggi la Titan Edition dedicata ad Ancillary, che contiene tutti e tre i volumi della trilogia. L’occasione giusta, per noi, per fare la conoscenza dell’Impero del Radch e delle sue intricate coscienze.

Pronti a scoprirli con noi?

Copertina Titan Edition di Ancillary

Ancillary e l’Impero del Radch

È praticamente impossibile parlare della Trilogia Imperial Radch senza cominciare dal Radch. È innegabile infatti che l’Ambientazione sia il cuore e l’anima di Ancillary, e Ann Leckie ha investito in essa molto del suo talento. Ci troviamo nello spazio, in una congregazione di pianeti distanti anni luce riuniti tutto sotto lo stesso vessillo: quello del Radch. Un impero dalle molte forme e dalle molte coscienze che da più di un millennio si espande senza sosta, annettendo nuove civiltà.

Guidato da un’unica entità chiamata Lord, il Radch, è sorretto da un impianto di leggi, tradizioni e culture sempre in mutamento, che spesso si adatta alle terre che conquista. Un po’ come un tempo accadeva all’Impero Romano quando annetteva delle Province, anche il Radch fa sue tradizioni di altri popoli e le fonde a quelle già esistenti, creando così un tessuto culturale complesso e sfaccettato.

Al suo interno, convivono strettamente coscienze umane e coscienze artificiali. Queste ultime, rappresentate dalle Astronavi e da ogni dispositivo tecnologico creato per supportare gli essere umani, sono a tutti gli effetti delle entità vive, dotate di sensibilità e raziocinio. Ed è proprio un’intelligenza artificiale a raccontarci questa storia. L’IA di una nave, per la precisione, la Justice of Toren, o per meglio dire una delle sue Ancelle.

Cover americana Ancillary Justice
Recensione Ancillary di Ann Leckie

La questione della Coscienza in Ancillary

Ancelle, è il modo in cui sono definite le singole unità connesse a una coscienza comune, sia essa IA o Umana. Le Ancelle sono create a partire da corpi umani modificati, riprodotte in serie per servire a più di uno scopo. La nostra voce narrante, One Esk, è una delle Ancelle della nave Justice of Toren e, in quanto tale, condivide con essa i ricordi e la consapevolezza. Ma è anche un’entità a se stante, capace di provare emozioni, dolore e confusione.

In Ancillary, il discorso della coscienza è complesso ed è forse il punto più affascinante da investigare. In un universo popolato da razze differenti, da specie spesso opposte fisicamente e soprattutto da entità non umane, la definizione di Essere Vivente è delicata, e si base invariabilmente su quella di Coscienza.

Così, ecco che nel Radch sono le Coscienze a guidare le navi, a sorvegliare gli ospedali e gli edifici, finanche a controllare l’Impero stesso. Coscienze Radchaai, IA, straniere, è difficile fare una distinzione, perché One Esk, la nostra unica guida all’interno del mondo di Ancillary, non ne fa mai. Come non fa distinzioni di sesso, perché non è stata programmata per farne. E dunque, Ann Leckie sceglie di raccontarci la storia usando solo pronomi femminili (e aggettivi e sostantivi declinati al femminili nella versione italiana), senza specificare quasi mai né il genere né l’origine della coscienza che abbiamo davanti.

Nel suo mondo un po’ alieno e freddo, One Esk (o Breq, come si fa chiamare) ci racconta la sua storia, alternando il presente ai ricordi del passato, quando era ancora parte della Justice of Toren e dunque un’unità completa. Al suo fianco, scopriamo come funziona il Radch, chi è la Lord del Radch e quali intrighi si celano dietro la complessa macchina che è questo Impero. Ma non solo. Perché in Ancillary Sword e Mercy conosciamo più nel profondo le diversità che lo caratterizzano, e approfondiamo in modo quasi sconvolgente la questione della Coscienza e soprattutto dell’Autodeterminazione.

Breq e Seivarden, da un disegno di weaselbusiness

Ancillary di Ann Leckie: la Recensione

Ancillary è forse una delle opere più complesse nelle quali io mi sia imbattuta. Questo perché è creata su più livelli, stratificata su significati sempre più profondi man mano che ci si inoltra lungo il corso della trama.

Quella che al principio può sembrare una semplice space-opera d’avventura, si rivela in realtà una complicata riflessione sull’Umanità, sulla Coscienza e sul Genere. Gli elementi messi in campo da Ann Leckie, infatti non lasciano dubbi: la voce narrante che è un IA ma che è quasi indistinguibile da un essere umano; il fatto che difficilmente vengano date descrizioni fisiche dei personaggi che Breq incontra, e che vengano tutti appellati al femminile; o ancora la piega che gli eventi prendono soprattutto in Ancillary Mercy, dove il tema focale diventa proprio la questione dell’Autodeterminazione.

Sono tutti dettagli che hanno richiesto un livello di concentrazione alto in lettura ma che, messi insieme a posteriori per questa riflessione, mi fanno apprezzare la Trilogia del Radch ancora di più. Narrata con sapienza, con una trama che, nonostante non sia il punto focale, si rivela molto interessante, Ancillary è senz’altro un opera che va letta con cura ma che è in grado di regalare ore di intrattenimento e di profonda riflessione.

Un tassello della narrativa fantascientifica che vi consiglio di recuperare soprattutto se desiderate approfondire il filone narrativo dedicato al Test di Touring e a tutte le riflessioni che vi stanno dietro:

Cos’è un’IA?
Fino a che punto la si può distinguere da una Coscienza Umana?

A queste e a molte altre domande la Leckie sembra provare a dare una risposta, creando un Impero che ha molti punti in comune con la nostra società moderna e che ne è una possibile futura evoluzione.

divisore

Come sempre, i miei ringraziamenti vanno alla Mondadori per avermi dato la possibilità di leggere e scrivere la recensione di Ancillary. E a Raffaella, che ha organizzato l’evento tra blogger e mi ha gentilmente invitata.

Trovate il suo blog e quello di tutte le altre partecipanti nell’immagine in evidenza. Passate a dare un’occhiata anche ai loro articoli, sono certa che vi offriranno altri spunti di riflessione per interpretare al meglio l’opera di Ann Leckie.

Trama

Su un lontanissimo pianeta coperto di ghiaccio, Breq sta per recuperare l’oggetto di cui è in cerca da tempo – un prezioso manufatto costruito dall’inconoscibile e temutissima specie aliena Presger -, quando si imbatte in un corpo semiassiderato nella neve: è Seivarden Vendaai, una persona che Breq credeva morta da mille anni. Perché Breq non è ciò che sembra: diciannove anni, tre mesi e una settimana prima di quel giorno era la “Justice of Toren”, una gigantesca astronave da trasporto truppe in orbita attorno al pianeta Shis’urna insieme alle sorelle “Sword” e “Mercy”. Come tutte le navi dell’impero Radchaai, la “Justice” è un’intelligenza artificiale che controlla ancelle umane.

Ma ora la “Justice” è stata distrutta e della sua coscienza pensante è rimasto solo un frammento: Breq. Chi l’ha devastata ha portato via tutto ciò che le era più caro; solo due cose le rimangono: un fragile corpo umano nel quale sta imparando a nascondersi e un’inesauribile sete di vendetta. Il suo obiettivo è Anaander Mianaai, Lord del Radch, la creatura semi-immortale che da tremila anni detiene il potere assoluto sull’impero grazie alle sue migliaia di corpi interconnessi.

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Denise
Sono un’appassionata di scrittura e comunicazione digitale, studio Informatica Umanistica e lavoro alla Casa della donna di Pisa. Nella vita cerco di conciliare i diversi aspetti di me: la femminista, la letterata e l’informatica. Non sempre vanno d’accordo, ma per fortuna sono caparbia e continuo a insistere.

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