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Recensione: Come un romanzo di Daniel Pennac

Come un romanzo di Daniel Pennac

Casa Editrice: Feltrinelli
Costo: € 6.50
Lingua Originale: Francese

Questo è il secondo libro di Pennac che leggo. Il primo “Il paradiso degli orchi” non mi era minimamente piaciuto, sia nello svolgimento degli eventi che, in maniera particolare, nello stile di scrittura.
Anche in “Come un romanzo” mi sono trovata davanti un libro che stilisticamente non mi è piaciuto, ma a questo ero già preparata per il libro precedente, in questo caso però ci troviamo davanti ad un libro di saggistica il cui argomeno, l'educazione alla lettura, è a me molto caro. Si può quindi sorvolare sullo stile di scrittura in quando non inficia il contenuto.
Ho trovao le argomentazioni di questo saggio estremamente interessanti, Pennac descrive i problemi che possono portare una persona, ed i particolare i giovani, a non leggere rifacendosi alla sua esperienza personale di giovane lettore prima e di professore di letteratura poi. Ci sono alcune teorie sulle quali non mi trovo totalmente d'accordo, ma credo sia causato principalmente dalle esperienze personali.
La parte di questo libro che tutti conoscono è quella sui 10 diritti del lettore, personalmente l'ho trovata la parte più banale, mentre ho trovato molto più interessante e anche, a mio parere, più importante tutto il dicorso che precede questi 10 diritti. Pennac infatti si chiede, e chiede al lettore, come mai questi diritti si pretendono quando si parla di se stessi ma non vengono poi estesi anche ai giovani, che invece vengono costretti alla lettura. Parla infatti anche di un dogma della nostra società di lettori, il “bisogna leggere“. Tutti DEVONO leggere. La lettura diventa così un obbligo, non più un piacere anche, e giustamente, fine a se stesso, ma un mezzo per la produzione di schede di comprensione che ci facciano capire che si, il ragazzo da bravo ha letto quel libro e nel mentre, si delinea il fatto che di libri, volontariamente, non ne toccherà più.
Un libro con contenuti decisamente belli e interessanti quindi, nonostante stile e traduzione (su cui proprio non mi pronuncio perché farei una strage! :p ).
Lo consiglio veramente tanto, in particolare a genitori ed insegnanti che vogliono trasmettere il loro amore per la lettura e sono disposti, per questo fine, a lasciare da parte il dogma “bisogna leggere”. Probabilmente invece questo libro starà molto antipatico a chi crede che le persone debbano obbligatoriamente leggere per essere persone migliori. Ne consiglierei la lettura anche a questi ulimi però, sia mai che ritrovino anche loro una passione per il libro guidata dal piacere e non dal dovere!


“I libri non sono stati scritti perché mia figlia, mio figlio, i giovani li commentino, ma perché se ne hanno voglia li leggano”
(Daniel Pennac)

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Valentina
Lettrice onnivora, educatrice, mamma.
Dei libri amo la capacità di mostrare la complessità del mondo che ci circonda, forse per questo tra i miei generi preferiti rientrano fantascienza, fantapolitica, fiabe tradizionali e saggistica.

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