Narrativa Contemporanea, Parole di Donna, Recensioni

Recensione: Tre ciotole di Michela Murgia

Ho scritto questo articolo cercando di vedere qualcosa oltre le lascrime che mi velano gli occhi, quindi chiedo scusa per eventuali problemi nella forma o nel contenuto. Non sono brava a scrivere, non sono brava a superare i momenti brutti, sono troppo emotiva per riuscire a superare agilmente una perdita che ha creato un vuoto enorme.

Ho letto Tre ciotole sperando che la scrittura della Murgia, che io non ho mai apprezzato molto, mi aiutasse con il distacco. Ho sperato che poter dire “si ma come scrittrice a me non faceva impazzire” potesse lenire almeno in parte per il senso di dolore e smarrimento creato dalla perdita di una delle donne che più ho ammirato nel corso della mia vita. La sua voce, i suoi pensieri, le sue storie, sono state per me un faro, un salvagente un’ispirazione. Ho creduto che affrontare nuovamente le sue idee su un formato attraverso il quale non l’apprezzo particolarmente mi avrebbe potuto aiutare.

Dal 10 agosto non faccio altro che ascoltare le sue interviste, le sue chiacchiere con Chiara Valerio per Buon vicinato, continuo a cercare ovunque la sua voce. Continuo a cercare ovunque un modo per soffrire un po’ meno. Mi era sembrata un’idea geniale provare a smorzare l’amore che provo per lei grazie a qualcosa di lei che non mi piace. Ma il fatto che la sua dannatissima scrittura non mi piaccia non ha minimamente lenito il dolore.

Libro o audiolibro?

Ho preso il libro in mano e subito mi sono resa conto che non sarei stata in grado di leggerlo. Non con gli occhi che mi si riempivano di lacrime ad ogni frase. E quindi un’altra idea geniale: ascolto l’audiolibro!
La voce di Lorenzo Terenzi mi ha accompagnato così in questa avventura creata di storie che si intrecciano, di persone che si trovano ad un bivio e altre che cambiano la vita altrui senza neanche sapere che questi altri esistono. La vita di questi sconosciuti ha iniziato a scorrere al mio fianco, rendendoli parte della mia quotidianità e io mi sono sentità l’ennesimo tassello da inserire nella narrazione. Così, quando Lorenzo ha smesso di parlare ho continuato ad ascoltare il silenzio.

Quando un libro è bello non finisce con l’ultima pagina, continua a darti pensieri e spunti di riflessione per giorni, mesi e anni. Così questo libro non è finito con l’ultimo punto, ma continuo a portarmelo dietro, come un ennesimo dono.

Quando anche l’ultimo invitato se ne era andato col suo bottino di stoffa, si sedette sotto un albero e pianse in silenzio tra le ombre dei rami sempre più distese, mentre il vento calante lasciava i vestiti rigidi sulle grucce, pelli di rettile, mute del serpente che era stata sua sorella, velenosa e calda, piena di spire.

Tre ciotole. Rituali per un anno di crisi – Michela Murgia

Continuare a piangere

Ho letto il libro sperando mettesse finalmente un punto a quello che sto provando, sperando che mi aiutasse a smettere di piangere ogni volta che si parla di lei. Quello che ho capito alla fine dell’ascolto però è che non smetterò mai di soffrire per questa perdita, per quello che poteva essere e non è stato, per quello che non sarà mai.

Ma ho capito anche che lei non finirà mai, perché così come un libro che ha qualcosa di importante da dire non finisce con l’ultimo punto una persona con qualcosa di importante da dire non finisce semplicemente con la morte del corpo fisico, perché le sue idee e le sue parole continueranno a farla vivere nelle persone che condividono quegli stessi ideali.


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Valentina
Lettrice onnivora, educatrice, mamma.
Dei libri amo la capacità di mostrare la complessità del mondo che ci circonda, forse per questo tra i miei generi preferiti rientrano fantascienza, fantapolitica, fiabe tradizionali e saggistica.

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