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Recensione "Wolf: La ragazza che sfidò il destino" di Ryan Graudin

Casa Editrice: De Agostini
Costo: €14,90
Dove acquistarlo:IBS

L'ucronia è un genere di cui poco si sente parlare ma che a me affascina tantissimo. Si basa sul "cosa sarebbe successo se…" e trovo che sia uno tra i generi che più fa riflettere anche se molto difficile da gestire in quanto deve essere molto curato per non risultare solo finzione.
E in questo libro ho trovato davvero tantissima cura nei particolari, non solo riguardanti la storia realmente accaduta ma anche per i personaggi.

Il romanzo è ambientato negli anni cinquanta del '900, tedeschi e giapponesi hanno vinto la seconda guerra mondiale, tranne poche parti ancora libere il mondo è stato diviso tra questi due schieramenti.
Yael, la protagonista del romanzo, è una ragazza ebrea scappata da un campo di concentramento e che ora fa parte della resistenza. Non era una deportata qualunque, entrata nel campo di concentramento a sei anni è stata usata come cavia da laboratorio per un composto che avrebbe permesso di purificare anche l'estetica di coloro che, pur nati ariani non avevano la conformazione fisica giusta. Su di lei però il composto ha avuto degli effetti collaterali che l'hanno aiutata prima a scappare dal campo di concentramento e poi ad essere la pedina centrale nel piano per l'uccisione di Hitler. Yael è stata trasformata in una mutaforma, anche se non può cambiare tutto di lei, segni indelebili come i tatuaggi restano invariati a qualunque mutamento.

La narrazione principale è alternata a dei flashback in cui il lettore viene messo a conoscenza del passato di Yael tramite la spiegazione dei cinque lupi che si trovano tatuati sul suo braccio. Dalla deportazione all'allenamento come membro della resistenza. La conosciamo sin nei minimi particolari, tutte le sue paure, i suoi traumi, le persone che l'hanno distrutta e quelle che l'hanno aiutata a rimettere insieme i cocci e resa più forte. Ogni dettaglio è curato tanto che anche la capacita di modificare i propri tratti somatici non sembra casuale, nessun paletto estetico può bloccarla, lei è semplicemente Yael e lo resta qualunque aspetto assuma. Un contrasto molto forte con una società che invece ha come aspirazione massima la razza pura, senza difetti fisici ed estetici con l'idea che solo capelli biondi e occhi azzurri possano essere sintomo di appartenenza ad una razza eletta.
Avrei voluto un approfondimento maggiore anche su alcuni personaggi di contorno, per poter avere un po' più chiare le dinamiche di alcuni eventi, ma spero che questo non sia l'unico libro con questi personaggi e di avere la possibilità di conoscerli meglio in futuro. In effetti il finale lascia davvero molto spazio all'interpretazione e molte porte aperte, però non sono riuscita a trovare informazioni al riguardo, nel caso voi sappiate qualcosa di più fatemi sapere!

Yael è un'adolescente a cui non è stata solo rubata l'infanzia, ma anche il futuro e la possibilità di avere una vita normale. Questo si vede in ogni sua scelta, in ogni suo errore. È giovane, forse troppo giovane per avere un peso così grande sulle spalle. La mancanza di relazioni umane con persone della sua stessa età si fa sentire quando per la prima volta si trova immersa in un gruppo di coetanei. Ho apprezzato molto il fatto che non fosse un' eroina perfetta, perché nonostante gli anni di addestramento al combattimento e alla resistenza non si può insegnare come ci si rapporta con gli altri e le sue lacune si fanno sentire nel momento in cui durante la gara non potrà più permettersi di essere sola.

La scrittura è semplice, scorrevole e si adatta perfettamente con l'ambientazione. Vengono utilizzate alcune terminologie tedesche e se ci seguite da un po' sapete che la particolarità di mantenere alcune parole nella lingua del luogo in cui si svolgono le vicende è una caratteristica che apprezzo veramente molto nei libri in cui l'ambientazione è importante, come in questo caso. Gli eventi scorrono veloci e anche nelle zone un po' piatte della corsa i particolari narrati fanno la differenza e impediscono di annoiarsi così come di staccare gli occhi dalle pagine!

Non posso che consigliarvi questa lettura, senza dimenticare la nota dell'autrice e i ringraziamenti in chiusura. Nella prima l'autrice spiega cos'è stata l'operazione Valchiria e alcune scelte come la capacità di mutare forma di Yael, i secondi invece possono essere utili per chi si vuole addentrare nel mondo della scrittura, perché raccontano bene tutto quello che si trova dietro 400 pagine di romanzo ed il lavoro che si deve fare per scrivere una storia coerente ed appassionante.
Ringrazio anche la casa editrice che mi ha dato la possibilità di leggere questo romanzo, anche se credo che sarà comunque uno dei miei prossimi acquisti visto che quando un libro mi piace così tanto non posso far altro che recuperare anche la copia cartacea!

Trama:
È il 1956 e l'alleanza tra le armate naziste del Terzo Reich e l'impero giapponese governa gran parte del mondo. Ogni anno, per celebrare la Grande Vittoria, le forze al potere organizzano il Tour dell'Asse, una spericolata e avvincente corsa motociclistica che attraversa i continenti collegando le due capitali, Germania e Tokyo. Il premio in palio? Un incontro con il supersorvegliato Führer, al Ballo del Vincitore. Yael, una ragazza sopravvissuta al campo di concentramento, ha visto troppa sofferenza per rimanere ancora ferma a guardare, e i cinque lupi tatuati sulla sua pelle le ricordano ogni giorno le persone che ha amato e che le sono state strappate via. Ora la Resistenza le ha dato un'occasione unica: vincere la gara, avvicinare Hitler … e ucciderlo davanti a milioni di spettatori. Una missione apparentemente impossibile che solo Yael può portare a termine. Perché, grazie ai crudeli esperimenti a cui è stata sottoposta, è in grado di assumere le sembianze di chiunque voglia. Anche quelle di Adele Wolfe, la Vincitrice dell'anno precedente. Le cose però si complicano quando alla gara si uniscono Felix, il sospettoso gemello di Adele, e Luka, un avversario dal fascino irresistibile…

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Valentina
Lettrice onnivora, educatrice, mamma.
Dei libri amo la capacità di mostrare la complessità del mondo che ci circonda, forse per questo tra i miei generi preferiti rientrano fantascienza, fantapolitica, fiabe tradizionali e saggistica.

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